Questa
mattina c'è stata la messa di anniversario di mia madre. Sembra solo ieri che
se ne sia andata, eppure è già passato un anno.
Mi
manca. Mi manca la mia mamma vera, quella che sfaccendava tutto il giorno, che
piantava i fiori in giardino, cuciva, ricamava, lavorava a maglia e
all'uncinetto, comprava i giornali di moda per aggiornarsi su nuovi modelli di
abiti da confezionarmi, andava a far la spesa in bicicletta e tornava sempre
con qualche sorpresa, persino per il gatto...
Mi
pesano ancora quei sette anni in cui l'ho avuta accanto senza che mi
riconoscesse, mi ascoltasse, mi sorridesse... Sento di aver perso qualcosa di
molto importante, degli anni che avrebbero sicuramente potuto essere preziosi,
senza contare che, con la salute di ferro che aveva, potrebbe ancora essere
qui, se solo non fossi stata costretta a somministrarle quelle maledette gocce
per tenerla un po' tranquilla, ma che avevano la controindicazione di
rallentarle i movimenti, causarle dei
tic e, chissà, forse anche quell'infarto che se l'è portata via in un attimo.
Aveva
tre sorelle. Le due più anziane sono vissute fino a novantuno anni, lucide fino
alla fine, la terza, più vecchia di lei di cinque anni, è ancora viva e vispa
come un uccellino, alla veneranda età di novantacinque anni. Proprio stamattina
la nipote mi ha raccontato di essersi fatta cucire un orlo dalla nonna...
Mia madre, le sue sorelle, e mio nonno |
Perché
solo mia madre, la più giovane e l'unica della famiglia, ha contratto quella
terribile malattia che cancella la memoria e che me l'ha fatta perdere ben
prima che lasciasse veramente questo mondo? Non sono ancora riuscita a farmene
una ragione.
Da
piccola avevo letto "Piccole donne" un romanzo di Louisa May Alcott,
e avevo spesso paragonato mia madre e le sue sorelle a quelle del romanzo.
Maria, la primogenita, dolce e seria, era come Meg, Lucia, il maschiaccio di famiglia, era come
Jo, Teresa, vitino di vespa e "sedere a mandolino", corrispondeva ad
Amy e mia madre Angela, che cantava come un usignolo ed era sempre dolce e
gentile, somigliava a Beth.
Zia
Teresa, l'attuale novantacinquenne, sempre cinguettante e spiritosa, aveva
un filarino con mio padre, ma poi lui era andato in guerra per parecchi anni, rischiava
di non tornare, e la zia "peperina" non aveva voglia di attendere invano,
così si era trovata un fidanzato, orfano di guerra, che era rimasto al sicuro a
casa. Quando mio padre era tornato, ci era rimasto piuttosto male e credo che
anche lei abbia rimpianto spesso la sua decisione di non aspettarlo. Aveva
persino avuto una premonizione il giorno precedente al suo ritorno.
Quando
si era sposata, mio padre aveva messo un bel pietrone nella sua valigia e il
povero marito aveva sudato sette camicie nel trasportarla durante il viaggio di
nozze. Di sicuro non aveva affatto gradito lo scherzo quando l'aveva scoperto,
mentre mia zia aveva riso a crepapelle, ed ha continuato a farlo per anni
insieme a mio padre.
Chissà
che coppia di burloni sarebbero stati loro due...
Mio padre, militare in aviazione |
Nel
frattempo mia madre era cresciuta e si era innamorata anche lei del babbo. Il
destino ha regalato loro una lunghissima e felice vita insieme, ma mio zio ha
sempre guardato un po' in cagnesco mio padre. Credo che quel pietrone nella valigia
non l'abbia mai digerito del tutto eheeheheh!
Mia madre da giovane |
Il
destino ha giocato le sue carte e ora sono qui, nel giorno dell'anniversario, a
ricordare.
E' tutto ciò che ancora resta.
Mia cara è molto e importante il lascito della tua famigli, nn ti devi crucciare . Ognuno di noi è diverso così anche nella salute.
RispondiEliminaSii serena per tua mamma, io che da lontano ~vicino ti ho sempre seguita, posso dirti che avete tutto fatto l impossibile e anche di più . Un male che nn perdona che ruba l anima . Nn è più vivere .
Ti abbraccio forte mia bella dolcissima amica
Shera
Abbraccio ricambiato e grazie per essere stata qui!
EliminaMa che bel racconto ci hai regalato. Sempre con la tua solita bravura. Mi hai fatto pensare a mia madre perchè per tutta la vita aveva avuto un grande cruccio: sua madre morta a 50 anni quando lei ne aveva 14 mentre le sue tre sorelle erano arrivate arzille a più di novant'anni. Quando ero bambina andavamo a trovarle regolarmente: forse vedeva in loro quello che sarebbe stata sua madre se fosse vissuta.
RispondiEliminaNon devi più crucciarti per gli ultimi anni di tua madre e per quello che hai fatto o non hai fatto: è nell'ordine della morte. Anch'io non devo guardarmi indietro. Ti abbraccio con affetto.
Paola
Hai ragione,dobbiamo sempre guardare avanti. Ma i ricordi sono racchiusi nel cuore e, prima o poi, ogni tanto vengono fuori. Sono dolci e amari insieme, ma sono parte di noi. Abbraccio ricambiato!
Eliminaa me manca ogni giorno... un abbraccio
RispondiEliminaAbbraccio ricambiato! Ti capisco!
EliminaLa vita di ognuno di noi è così ... fatta di attimi destinati a volare via.
RispondiEliminaBello lo scherzo della pietra in valigia! :)
Un saluto.
Attimi che volano,ma restano nel cuore,parte integrante della nostra vita. Saluto ricambiato!
Elimina