Finalmente le lezioni scolastiche
sono terminate. Restano gli esami, ma la parte più lunga dell'anno è ormai alle
spalle.
E' stato un anno faticoso quello
appena trascorso, di quelli che ci portano via tanto tempo ed energie.
Tanto per cominciare c'è stato il problema
del parcheggio. Dopo anni e anni di posteggio tranquillo nei due immensi
cortili della scuola, quest'anno "qualcuno" ha realizzato che le
autovetture non possono usare lo stesso passaggio utilizzato dagli studenti per
immettersi in cortile. Dal momento che la scuola si trova in pieno centro
storico e non è possibile aggiungere un'altra entrata ecco che, da un momento
all'altro, per ordine del sindaco, tutti gli insegnanti si sono ritrovati a
piedi.( tutti, meno i dipendenti del Comune!) Difficilissimo trovare un posto relativamente vicino alla scuola senza
incappare in una zona disco ( impensabile correre ogni ora a cambiarlo) e con
vigili altamente solerti al controllo e alle sanzioni. Così è cominciata
"la caccia al posto". Io abito nella stessa città, ma dalla parte
opposta, con una mezz'ora di marcia a piedi, che può diventare veramente
antipatica quando ci sono pesi come libri o quaderni da portare, pertanto la
macchina mi è comoda. Poi ci sono coloro
che vengono da fuori e non possono proprio fare a meno di usare l'auto.
Qualcuno, in ogni caso, si è affidato al treno. Altri si sono appoggiati ad
amici e parenti che abitano nella zona. Altri, come me, hanno anticipato di quasi un'ora l'ingresso a
scuola, in modo da trovare sicuramente un posto all'alba ( alle sette in genere
ero già in sala insegnanti, per entrare in classe alle 7,40), o utilizzato la
bicicletta nei giorni di bel tempo. C'è stato anche chi arrivava in macchina e
poi tirava fuori la bici da porta-bagagli. Ogni mattina il saluto era: "
Dove hai trovato parcheggio?"
Il nostro cortile vuoto, tranne che per una macchina del Comune, autorizzata a parcheggiare. |
Poi c'è stata la morte di una nostra
collega da poco andata in pensione, che ancora veniva a scuola come volontaria
per aiutarci con i ragazzi problematici. Seguire da vicino le sue battaglie,
vedere la sua forza e il coraggio nel combattere quella terribile malattia che
non voleva darle scampo, leggere i suoi messaggi sul cellulare con gli esiti
degli esami e cercare di consolarla dopo ogni sconfitta, vederla poi là, nella
bara, completamente consumata dal male, è stato, per tutti noi che le volevamo
bene, un dolore immenso.
Ci sono state le tante riunioni
speciali per discutere i casi problematici. La scuola ormai è un mondo
multietnico con tante culture che devono integrarsi e con tante famiglie che
vivono difficili conflitti che si ripercuotono, inevitabilmente, sui figli. Ogni ragazzo è un mondo a sè che andrebbe
capito e aiutato, ma noi siamo uno di fronte a tanti ed è veramente difficile
riuscire a dare e, soprattutto, a capire, ciò di cui ciascuno avrebbe bisogno.
Per me, che gestisco il sito della
scuola e una parte dell'informatica, ci sono stati poi tanti lavori
supplementari per pubblicare gli articoli e per supportare, con la preparazione
dei documenti necessari, tutte le operazioni di scrutinio delle trentatré
classi. Ero arrivata al punto da non capire più nulla a forza di copiare e
incollare nomi sui tabelloni, sulle griglie di valutazione, sui registri
informatici ecc..E' anche per questo che sono stata poco presente sui blog,
compreso il mio.
Finalmente sono arrivata all'ultimo
giorno e, alle mie terze, ho dedicato una canzone : "Ho imparato a
sognare" dei Negrita.
"Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò"
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò"
Nella
terza E qualcuno non se n'è nemmeno
accorto, ma altri hanno notato il testo e qualcuno ha pianto; la terza D ha
applaudito al termine della canzone e, tra tutti, quella che si è veramente
commossa e le è scappata la lacrimuccia è stata l'insegnante di sostegno; la
terza A ha voluto ascoltarla due volte e poi cantarla, per mettersi infine a urlare picchiando con le mani sui banchi:
"PER LA PROOF! BUM BUM BUM! PER LA PROOF! BUM BUM BUM! Ero imbarazzata.
Sembrava che dovesse venire giù l'aula da un momento all'altro.
E ora, finalmente, un
po' di riposo per mie provate orecchie.
Spero di aver lavorato
bene e di aver lasciato qualcosa di
buono ai miei ragazzi.
Come disse William B.
Yeats: "Educare non è riempire un secchio, ma accendere un
fuoco"
Se poi sarà soltanto
una fiammella, sarà pur sempre un buon inizio...
Grazie di questo bellissimo post Caterina.Da come ti esprimi capisco il tuo grande amore per il tuo lavoro ed i tuoi ragazzi.Anch'io ero un'insegnante e ora sono in pensione,ormai la scuola è multietnica anche da noi.Certo che la questione parcheggio vi ha complicato la vita scolastica,ma se è stato deciso così il sindaco aveva le sue ragioni.Ti auguro buone vacanze prof.Caterina.Olgica
RispondiEliminaNon è una fiammella: il tuo fuoco è grande, caldo, rassicurante, sempre pieno d'amore. Grazie, Katherine, per questa preziosa testimonianza di vita.
RispondiEliminaCiao Katherine, i tuoi post sono sempre interessanti e coinvolgenti…un abbraccio grande e complimenti per tutto, adesso però riposati !!
RispondiEliminama, chiedo, non era possibile fare una corsia pedonale o un cancello separato ...per usufruire comunque del parcheggio.
RispondiEliminaUn post bellissimo che descrive un anno scolastico con tutti i suoi contrattempi ma, a prescindere dai prolemi di parcheggio e delle difficoltà della telematizzazione, resta la standing ovation dei tuoi alunni, qualcosa di indimenticabile!
RispondiEliminaBel commento, quello di Happysummer :) , ha focalizzato l'attenzione su un particolare che resterà indelebile dentro te :) ... uno di quei particolari che addolciscono la vita e fanno dimenticare parcheggi e caos, stanchezza e dolore. Uno di quei particolari che racconta tra le righe di quella fiammella accesa, che si spera diventi un falò, nel loro tempo a venire.
RispondiEliminaanche per me più o meno le stesse cose, a parte il problema del parcheggio che non ho perché io ho la fortuna di andare a scuola a piedi :-) Bella la standing ovatione :-) ..e buone vacanze
RispondiEliminaMi unisco alla meritatissima ovazione, ormai ti conosco e conosco l tua dedizione attenta al tuo 'compito'. Ah se quello ignorante del presidente del Consiglio si documentazione meglio sui sacrifici del corpo docenti e del loro delicato lavoro nella formazione dei nostri figli.
RispondiEliminaStandinovation Signora Maestra��������
buon percorso... meno male che ci sono persone come te
RispondiEliminaRicordo bene il mio ultimo giorno di scuola delle medie ed anche del liceo. Mi sono sempre sentito un po' triste perchè sapevo che non avrei più rivisto certi professori e certi compagni ... i tuoi ragazzi ricorderanno questa canzone per molto tempo! ;)
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