Alcune sere fa ho assistito ad un
concerto di musica classica in ricordo di Padre Ettore, mancato alcuni mesi fa.
Egli, frate
cappuccino, è stato per anni custode della barocca chiesa di Santa Chiara e
direttore onorario del Museo di scienze naturali della mia città, uno dei
principali musei naturalistici del Piemonte.
S. Chiara. Immagine presa dal web.( Tino Gerbaldo) |
Un religioso-musicista-scienziato che ha saputo coniugare
i valori della fede con quelli della scienza, della musica e della letteratura,
unitamente alla sua vocazione francescana dedita all’amore per la natura
e per gli ultimi. Proprio nel coro della Chiesa di Santa Chiara, per anni, ha
promosso concerti di musica da camera, regalando veri momenti di cultura e di
gradevolissimo ascolto a tutta la cittadinanza.
Padre Ettore Molinaro |
Il concerto, tenuto dal gruppo strumentale "Gli Armonici di Bra" prevedeva musiche di Mozart, Vivaldi
ed Handel ed era diretto da un nostro concittadino, padre di un mio alunno di
terza media. Tra gli strumentisti ho
potuto riascoltare, al pianoforte, Raffaella, una mia compagna di
Conservatorio, che da più di trent’anni non vedevo più; Lorenzo, uno dei miei
primi alunni delle medie, ora insegnante di lettere e violinista e Chantal,
alla viola, un’ex allieva che da pochi anni ha terminato le medie. C’erano altri musicisti di ogni età e una
splendida solista diciannovenne all’oboe.
La musica ha il pregio di accomunare giovani e meno giovani,
di diverse lingue e nazioni, ma tutti comprendenti appieno il suo linguaggio universale e i gesti del direttore.
Gli armonici |
Mentre ascoltavo la musica fluivano i ricordi. Rivedevo,
china sulla tastiera, la testa piena di riccioli di Raffaella, che frequentava
le lezioni dalla mia stessa insegnante, e Lorenzo, piccolo violinista che aveva
la parte del solista in un mio concerto scolastico e che, proprio il giorno
dello spettacolo, si era ammalato, ma era venuto lo stesso a suonare, pur con
la febbre. “Sto male, ma sono venuto solo per lei!” Così mi aveva detto e mi ero
commossa, felicissima di vederlo, ma preoccupata per lui.
Ho ricordato Chantal, che, oltre al violino, ai tempi delle
medie era anche una mia percussionista ed io le tenevo il segno sullo spartito durante
lo spettacolo finale, dandole gli attacchi dopo i momenti di pausa. In gita a
Torino, poi, visto che la conosceva bene, si era messa in testa di far da
cicerone a tutta la classe e avevo dovuto lasciarla fare, perché era fermamente convinta di saperne più di me e mi sembrava
brutto toglierle tutto quell’entusiasmo.
Suoni e ricordi. Malinconie e tenerezze. La mente vagava,
cullata dalle dolci note dell’orchestra…
Nell’intervallo ha preso la parola Livio
B. ex insegnante del Liceo classico, ex assessore comunale e presidente
dell’Istituto storico della Resistenza, nonché persona di grande carisma e
cultura. Ci ha raccontato un suo personale aneddoto su Padre Ettore.
Era giovane, stava per
sposarsi, la fidanzata era religiosa e lui no. Aveva cercato di adeguarsi a
lei, per amore, ma chiedeva almeno una cerimonia sobria e, soprattutto, si
rifiutava di partecipare ai tradizionali “corsi prematrimoniali”. Quelli
proprio no, non avrebbe potuto sopportarli.
Così la fidanzata lo aveva accompagnato dal frate cappuccino, sicura che sarebbe stato l’unico in grado di
trovare un adeguato compromesso.
Conosciuta la situazione,
Padre Ettore gli aveva risposto che non doveva affatto preoccuparsi, lui così colto, amante
del greco, del latino, della filosofia e dell’arte. Aveva citato, in merito, una frase di
Goethe: “Chi ha arte o scienza, quegli ha anche religione”
Così Il professor Livio B.
si era sposato contento e non aveva dimenticato mai più Padre Ettore.
Al termine del
concerto sono andata a salutare i miei amici. Raffaella non ha più i riccioli e
non sta bene. Questo mi ha molto rattristata. Lorenzo ha già i capelli grigi,
ma non ha perso l’espressione dolcissima di quel ragazzino che era venuto al
saggio “solo per me”; Chantal, ancora giovanissima, è sempre piena di fuoco ed entusiasmo, come ai
tempi delle medie.
Il tempo passa, le persone cambiano, la vita ferisce, ma la
musica resta la stessa, immortale, con la sua capacità di toccare le nostre
corde più profonde, facendoci provare
sentimenti, emozioni e passioni.
Sicuramente Padre Ettore, da lassù, avrà ascoltato il
concerto, ancora una volta nella sua chiesa, e avrà sorriso beato, cullato
dalle melodie che aveva sempre amato.
Ciao Katherine, hai proprio ragione…la musica unisce profondamente e supera ogni barriera! Che bella figura questo padre cappuccino, incontrare persone così ti riconcilia con tante cose... buona domenica!
RispondiEliminaCarmen
Sì Carmen, proprio una bella figura, che rimarrà storica per la nostra città. Nonostante ciò e nonostante fosse un religioso, Dio l'ha aiutato molto poco, visto che ha sofferto moltissimo prima di lasciare questo mondo! Buon fine settimana!
EliminaLa musica resta immortale. Però io credo che cambi con la nostra percezione che nel tempo si modifica.
RispondiEliminaTi voglio bene cara amica, sei davvero una persona speciale (e non temo a dirlo davanti a tutti).
sherazademancheAlchimie
Anch'io ti voglio bene, cara Sherazade, e prima o poi riuscirò a dimostrartelo di persona!
EliminaAmo tanto la musica e il canto, che sono la parola della poesia universale. Cambiano gli usi, i costumi, le lingue, anche le religioni hanno diversità di culto e di credenza, la musica no, è dono universale. L'universo sta rombando e tutto è musica.
RispondiEliminaHai ragione, cara Domenica Luise, tutto è musica, perlomeno tutto ciò che è bello e buono.Un abbraccio!
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