venerdì 27 marzo 2020

Isolamento e social ai tempi del Coronavirus

In questa sorta di terza guerra mondiale che ci ha colpiti, tra l’incredulità iniziale e la paura subentrata poco dopo, angosciati dalle quotidiane immagini di malattia e morte in solitudine, in ansia per il lavoro che si è fermato e per l’economia che andrà a rotoli, isolati nelle nostre case, stiamo cercando consolazione nei social e ci siamo messi a comunicare come mai avevamo fatto prima. Si sono formati gruppi di lavoro e di amici per categorie: sportivi, casalinghe, mamme, fedeli della tal parrocchia, musicisti … tutti scriviamo e mandiamo immagini, filmati, riflessioni, barzellette, comunicazioni, ricette di cucina e chi più ne ha più ne metta.

Da un lato tutto ciò è molto bello. Abbiamo consolidato le nostre amicizie, riallacciato rapporti amicali che si erano persi nel tempo, provato il piacere della condivisione, della sensazione di sentirci compresi, consolati e meno soli.
Dall'altro lato, ci siamo messi a scambiare qualsiasi cosa ci capiti sottocchio, senza verificare se le notizie siano attendibili. In genere c’è una prima persona, ingenua, che trova sul web una notizia e si affretta a condividerla. A quel punto, chi la riceve, crede che sia farina del sacco di quella persona amica e conosciuta, quindi attendibile, e si affretta a divulgarla. Ognuno la pensa allo stesso modo: “Se l’ha mandata la mia amica, deve per forza essere vera!” E continua la catena … Arrivano così messaggi vocali di presunte infermiere e dottori che nessuno ha mai sentito nominare, video di personaggi mai visti che raccontano storie di complotti internazionali mai verificati, consigli per prevenire e curare malattie che non servono a niente, persino notizie di morti fasulle, ma tutti si affrettano a condividerle perché si fidano della fonte. Ovviamente non la fonte primaria che ha prodotto il video o il messaggio, ma chi l’ha mandata, che è una persona conosciuta e affidabile.
Non parliamo poi delle famose catene di preghiera, che possono anche essere valide e con buone riflessioni, ma concludono con: “Mandala a dieci persone amiche o la preghiera non sarà efficace!” A quel punto partono le prime dieci, dieci per dieci diventano cento, cento per dieci diventano mille e mille per dieci diventano diecimila. In pochi istanti, diecimila messaggi, tutti uguali, hanno attraversato la rete.
Così facendo, creiamo due problemi: ansia e tensione in chi riceve il messaggio con toni allarmistici e intasamento della rete, che in questi giorni è già al limite dell’esplosione. Teniamo anche conto dei materiali didattici che circolano come non mai per via delle scuole chiuse, dei film in streaming che vengono visti a gogò dall'utenza che non può uscire di casa, dallo smart working di chi è costretto a lavorare da casa.
A questo punto, sarebbe bene, prima di condividere qualcosa, verificare se sia attendibile. Basta digitare sul web il soggetto dell’argomento, del video o dell’audio, seguito da “bufala” e, se lo è, si trova subito. Infine, se proprio vogliamo condividere la preghiera o la poesia carina, copiamola invece di inviarla direttamente e poi, dopo averla incollata, cancelliamo la dicitura “inviala a dieci persone …” poi inoltriamo. Il web sicuramente ringrazierà e, forse, lo faranno anche i nostri amici, che non riceveranno dieci e più volte al giorno lo stesso messaggio .

5 commenti:

  1. I tuoi sono ottimi consigli!
    Io ultimamente sto discutendo con molte persone che conosco proprio per questo fiume di notizie assurde che inoltrano senza nemmeno porsi lo scrupolo di verificarle prima.
    Purtroppo mi ha stupito il livello di credulità passiva che c'è tra i miei conoscenti. Alcuni di loro le avevo sempre considerate persone razionali mentre oggi si sono ridotte a difendere assurde teorie complottiste... è davvero triste.
    Comunque, quando mi inviano questo tipo di informazioni, chiedo sempre la fonte e quale siano i dati scientifici che le supportano. Dato che chi me le invia d solito resta perplesso, spero di suscitare in loro un minimo di coscienza per il futuro. Anche se la vedo dura. La paura ha un forte ruolo in tutto questo.
    Ciao, a presto.

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    1. Ti comprendo. Anch'io sono molto stupita nel vedere persone adulte e, apparentemente mature, che credono a tutto ciò che ricevono sui social e si affrettano a condividere, senza mai verificarne la fonte. Qualche sera fa una ragazza ha letto un post di una coetanea che salutava il suo prof. deceduto. Senza curarsi di leggere i commenti e di scoprire il nome del defunto, ha subito pensato che si trattasse di un certo insegnante malato da tempo e ha addirittura telefonato ad una persona per avvisarla. Questa persona ha immediatamente condiviso l'infausta notizia con tutti i suoi contatti, che hanno cominciato ad inviare le condoglianze. Io non riuscivo a crederci, sono andata a fondo della questione, ho saputo del post originario, sono andata a leggere i commenti ed ho scoperto che si trattava di tutt'altra persona! In pochi istanti un poveretto si era trovato defunto senza esserlo! Insomma, la superficialità dilaga e sarebbe proprio ora che si cominciasse di nuovo ad usare il cervello!

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  2. Detesto sia le catene che le fake news.
    Le prime le interrompo senza il minimo scrupolo, le seconde non le apro nemmeno, perché le riconosci già dal titolo.
    Spero che presto riusciremo quantomeno ad intravedere la luce alla fine del tunnel. Non se ne può più.
    Un abbraccio.

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    1. Hai ragione, non se ne può più. La rete sta esplodendo grazie a montagne di sciocchezze. Bisognerebbe contare fino a dieci e mettere in moto il cervello prima di spedire qualsiasi notizia ricevuta senza averla verificata! Abbraccio ricambiato!

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  3. Hai proprio ragione anche a me arriva di tutto e non sempre vero ma solo allarmante. Cerco di non farmi prendere dalla ansia e guardo solo un piaio di notiziari al giorno!
    Io temo molto il dopo...
    Ti abbraccio cara Caterina!
    Shera

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