E' passato in fretta, come sempre, ed è volato via un altro
anno scolastico. Stamattina è suonata la campanella di fine lezione per
l'ultima volta, per squillare nuovamente a settembre e ricominciare tutto da
capo.
Stamattina noi insegnanti eravamo in agitazione, come sempre
accade quando i ragazzi hanno solo voglia di fare festa e di cacciarsi
inevitabilmente nei guai. Memore delle esperienze degli anni passati, finiti
con gli alunni bagnati come pulcini e una montagna d'immondizia ovunque ( gira
e rigira, i giovani perdono il controllo e si tirano addosso bibite e dolciumi,
visto che non sanno più divertirsi in modo corretto...) il nostro dirigente ha bloccato
qualsiasi iniziativa che avesse a che fare con festeggiamenti e affini, ma tenere
i fanciulli tranquilli fino alle 13,15 in una mattinata come questa non era
affatto facile, perciò abbiamo iniziato la giornata con le dita incrociate, sperando anche nell'aiuto divino.
Tutto sommato a me è andata bene, tra canti a pieni polmoni,
ripassi dei brani da suonare all'esame e un'esibizione musicale a favore di una
collega che andrà in pensione. Ho
scattato fotografie alle terze, firmato magliette e persino braccia, ricevuto
biglietti con dediche e mangiato
pizzette. Nessun incidente, tanta allegria e qualche lacrimuccia. Anche
quest'anno è andata.
Ora non restano che gli esami, che mi impegneranno fino al
trenta giugno. Sarò parecchio a scuola, visto che ho ben tre terze, ma non ci
saranno problemi, a meno che qualcuno si ammali e ci costringa a riaprire una
sessione ad agosto tutta per lui. Ricordo che, alcuni anni fa, tutta la
commissione si recò in una clinica per esaminare una ragazzina appena operata
di appendicite. Quell'anno avevamo una collega claudicante, un'altra incinta
che si sentiva svenire e un commissario spastico. Quando gli infermieri videro
arrivare la commissione, con un'insegnante che zoppicava da una parte, un'altra
sorretta a braccia perché non si reggeva in piedi e il commissario che non
riusciva a comandare i movimenti inconsulti delle mani e le smorfie del viso, sicuramente
pensarono che fosse arrivata una ben strana commissione e che gli insegnanti
stessero peggio della ragazzina malata, che li attendeva in camicia da notte,
pallida come una morta. Che esperienza!
Alla fine dell'anno c'è sempre chi mi chiede come siano i
giovani di oggi e se siano cambiati rispetto a quelli di ieri. In fondo, a
pensarci bene, non sono poi tanto diversi, ma è cambiato l'ambiente intorno a
loro. Hanno difficoltà di concentrazione, si stancano presto e, anche quando si
entusiasmano, lo fanno in modo caotico, tendendo a parlare tutti insieme e a
non rispettare il proprio turno.
Durante le prove del saggio il mio coro doveva stare in
piedi e non vi dico quanto i ragazzi si siano lamentati. C'era chi aveva dolori
alle gambe, ai piedi, persino alle anche. Ogni occasione era buona per
accasciarsi a terra, in preda allo sfinimento. Eppure io, vecchierella, stavo
in piedi tanto quanto loro e non mi lamentavo.
Sono ragazzi che hanno materialmente tanto, ma solo molto
soli e tristi. Una mia collega di lettere ha fatto scrivere ai suoi alunni poesie
e pensieri ispirati ai desideri e ai sogni, dai quali è emersa, per la quasi
totalità della classe, una grande tristezza. C'era il ragazzo adottato che si
struggeva per conoscere la mamma naturale, la ragazzina che temeva la violenza
del padre, quella che si sentiva rifiutata dalla madre vera e non accettava la
nuova compagna del genitore, perfino l'alunno che sperava di vedere il papà fuori
dalla prigione...
Ormai le storie intricate che pensavamo si vedessero solo
nelle telenovele e soap-opere sono realtà in parecchie famiglie. Beautiful è
niente al confronto!
I genitori, poco presenti a causa del lavoro e dei tanti
problemi della vita di oggi, tendono a farsi perdonare giustificando e
difendendo i figli a spada tratta, anche quando hanno torto, e questo non
favorisce una crescita responsabile e matura.
Per finire, i nostri
ragazzi sono, in gran numero, dislessici, disgrafici, discalculici...o in cura
dallo psicologo. Ogni giorno arrivano nuovi certificati medici che attestano
tali patologie, persino ancora a una settimana dalla fine dell'anno.
A un certo punto il tarlo del dubbio si è insinuato anche in
me e ho chiesto a mio figlio se avesse mai avuto difficoltà di lettura o
scrittura ai tempi della scuola. Vuoi vedere che anch'io ho avuto un figlio
dislessico e non l'ho mai appurato?
In ogni caso, per lui è tardi ormai, giacché è già laureato,
ma forse avrei fatto meglio a sottoporre anche lui a una visitina, al momento
giusto...Che madre snaturata!;)
Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto
la mia...
E l'hai detta molto bene. Il tempo passa veloce, sembra ieri che scrivevi del tuo inizio dell'anno scolastico. Pensa che anche i miei nipoti, che chiamavo "nipotini", stanno per fare l'esame di terza media. Hanno frequentato una Media musicale ed ho potuto vedere il saggio di violino lei e clarinetto lui. E' stato un bello spettacolo, organizzato bene e immagino la fatica degli insegnanti, fatica che tu ben conosci.
RispondiEliminaPasseranno presto anche i giorni degli esami e poi ti rilasserai. Auguri.
Paola
Censorina, anche la mia è una scuola a indirizzo musicale e non ti dico quanti spettacoli dobbiamo organizzare ogni anno. In ogni caso, gli esami, al confronto, sono un vero relax. Vuoi mettere un alunno alla volta contro cento alunni tutti insieme che suonano in una rimbombante palestra?
EliminaHo divorato questo post, perché sai parlare di loro in modo naturale, materno, ma anche intelligente e "professionale"; perché mi fai sempre ridere, anche quando parli di situazioni tragiche (il presidente spastico e la prof sorretta a braccia sono fantastici!!) e perché mi fai sempre riflettere. Il prossimo anno B. comincerà le medie e non sto a dirit con che preoccuapzione sto vivendo l'attesa...
RispondiEliminaSpero solo che trovi inseganti di cuore e di polso, come te...
Un abbraccio!
Ah quella scena in ospedale me la ricordo come se fosse oggi. Quel povero presidente aveva tutto il corpo contratto in uno spasmo, gesticolava con le braccia, faceva smorfie, roteava gli occhi...Ricordo che, appena arrivato, aveva battuto un sonoro pugno sulla cattedra e noi avevamo pensato che fosse arrabbiato con noi, invece quel pugno gli era semplicemente scappato perchè non controllava il movimento delle braccia. Quando siamo arrivati in ospedale con lui in quello stato, la collega che zoppicava e l'altra sorretta a braccia perchè stava per svenire, quella povera ragazzina per poco non è svenuta a sua volta dallo spavento!
EliminaVedrai che la tua B troverà dei buoni insegnanti il prossimo anno. Per fortuna siamo tanti e, per uno che può non piacere troppo, ce ne sono altri quattro che sanno farsi rispettare e amare. In bocca al lupo!
Ogni volta che sul tuo blog trovo una nuova puntata con un pezzetto della tua vita io mi rilasso, sorrido e incomincio a leggere di gusto. Essendo stata a mia volta insegnante, mi rivedo all'opera, è vero quanto tu dici, più cose materiali hanno e più i ragazzi sono o si sentono soli ed i genitori non li aiutano difendendoli contro ogni logica e ogni verità per mettere a tacere in qualche modo i propri rimorsi. Avere tolto allo studio la sua valenza forte è un danno planetario.
RispondiEliminaEhehehe! Sicuramente tu, Domenica Luise, sai di cosa parlo.La situazione è difficile, ma non dobbiamo perdere la speranza. Abbiamo impiegato trent'anni per capire che i voti funzionano meglio dei giudizi, probabilmente riusciremo anche a tornare indietro sulla valenza dello studio!
EliminaChe carino questo post...sono d'accordo con Linda che ha espresso anche il mio pensiero "sai parlare di loro in modo naturale, materno, ma anche intelligente e "professionale"; perché mi fai sempre ridere, anche quando parli di situazioni tragiche (il presidente spastico e la prof sorretta a braccia sono fantastici!!) e perché mi fai sempre riflettere" Linda non me ne volere se ho fatto un copia incolla!!
RispondiEliminaAllora dovrò fare anch'io un copia e incolla della risposta che ho dato a Linda eheheheheh!
Elimina"Ah quella scena in ospedale me la ricordo come se fosse oggi. Quel povero presidente aveva tutto il corpo contratto in uno spasmo, gesticolava con le braccia, faceva smorfie, roteava gli occhi...Ricordo che, appena arrivato, aveva battuto un sonoro pugno sulla cattedra e noi avevamo pensato che fosse arrabbiato con noi, invece quel pugno gli era semplicemente scappato perchè non controllava il movimento delle braccia. Quando siamo arrivati in ospedale con lui in quello stato, la collega che zoppicava e l'altra sorretta a braccia perchè stava per svenire, quella povera ragazzina per poco non è svenuta a sua volta dallo spavento! "
Molto simpatico questo spaccato di scuola,,,, con annessa commissione in trasferta.
RispondiEliminaCome non ricordare il periodo di scuola in cui eravamo studenti... poca voglia di studiare....
Eh la poca voglia di studiare non è una novità ma qualcosa che esiste fin dalla notte dei tempi!Però, da che mondo è mondo, anche quando non c'è, bisogna metterla...insegnava bene Vittorio Alfieri che, durante lo studio, si faceva legare alla sedia dicendo "Volli e sempre volli, fortissimamente volli"
EliminaIn quanto alla commissione in trasferta, episodio che non dimenticherò mai, puoi leggere le risposte a Linda o Vagabonda.
Cara Katerine,
RispondiEliminaConcordo con tutti coloro che ti hanno commentato.
Ora la scuola è finita potrai dedicarti ai tuoi cari e al tuo cagnolino.
Per quanto hai scritto da me tranquilla in questo momento sono tra i terremotati e sono felice xkè faccio del bene, il mio blog non è a due scrivo solo brani con il Signor Iannozzi che possono essere poetici o non,
ci scambiamo punti di vista ed opinioni ma non facciamo altro. Rispetto molto la sua figura perché mi sento onorata di dialogare con lui, in fondo si sà è un giornalista ed è pure scrittore e se tu hai messo pensieri maliziosi ti sbagli.Ma sì sono felice di tutto ed anche della mia vita.
Cordialità Vany
Cara Viola Corallo,
RispondiEliminala scuola non è ancora finita, ma terminerà il trenta giugno, con la fine degli esami. In ogni caso, esaminare un alunno alla volta è molto meno stancante che avere a che fare con una classe di 28 alunni, stanchi e agitati.
Ti ammiro molto per l'impegno che metti nell'aiutare i terremotati. Spesso si prova molta più gioia nel donare che nel ricevere e sicuramente questo impegno ti darà molta gioia.
Scusa per il fraintendimento sul tuo blog. Niente malizia, semplicemente, dal tono delle parole di Giuseppe, ho pensato che foste fidanzati
Un abbraccio!
Glassie pel i miauauguli. Sono una gattina ansiana e malatuccia, ma ancola ho tanta voglia di miauvivele. Un miaubasino. Chicca
RispondiEliminaMiaubasino anche a te, Chicca, e lunga vita!
EliminaChe bello leggere i commenti di un'insegnante. Giusto la settimana scorsa mi chiedevo che tipo di ragazzi abbiamo oggi, vedendo, anzi stando, dentro un parco meraviglioso a Pesaro, dove c'era il raduno di fine anno di tutti gli studenti. Noi stavamo smontando e impacchettando per cui avevamo chiuso un'uscita del bar e bisognava fare il giro. Eravano tutti scocciati e rispondevano a malo modo solo perchè dovevano fare 30 metri in più. Inoltre hanno buttato di tutto sul prato (che è parco e riserva naturale) e per finire hanno fatto al tiro delle uova con farina e acqua. Non ti dico cosa hanno lasciato sul prato e gli abbiamo dovuto dire di ripulire.
RispondiEliminaNoi in quattro giorni siamo stati così attenti a non sporcare e vedere quel menefreghismo mi ha fatto male.
Credevo fosse una generazione ecologica e invece non mi è parso proprio. Pigri, indolenti e maleducati.
Non voglio fare la bacchettona ma io non mi sono mai sognata di gettare le cose in terra, mai.
La mia è anche una preoccupazione. Ho un figlio di 18 anni e spero che non sia davvero così quando è con altri coetanei.
Purtroppo nella nostra scuola abbiamo vietato la festa di fine anno proprio per questo motivo: sembra che al giorno d'oggi i ragazzi non sappiano più fare festa, se non buttandosi cibo e acqua addosso e sporcando dappertutto. Non sono tutti così, te lo assicuro, ma bastano tre o quattro per combinare un vero macello!
EliminaAdesso che ci penso io i primi mesi di elementari tendevo a scrivere da destra verso sinistra!!!!
RispondiEliminaMi sarebbe stato utile oggi con l'arabo :-)
Sulla maggiore solitudine concordo, sarà che stanno anche molto più in casa con il PC e internet.
Io andavo a giocare ai giardinetti o in cotile
Buona estate
Elisa
Io, invece, ero mancina, apriti cielo, sono stata immediatamente massacrata a scuola dalla maestra, che informò subito i genitori, che documentarono immediatamente gli zii e, tutti concordi, mi strillarono, soffiarono, giurarono che scrivono con la mano sinistra soltanto gli scemi, mi tennero gli occhi addosso e mi bersagliarono continuamente finché scrissi anch'io con la destra come tutti gli altri per non sentirli più. Si sarebbero meritata un'allieva e una figlia-nipote dei tempi di oggi.
RispondiEliminaAnche mio padre, a suo tempo, fu massacrato e non potè scrivere con la sinistra come avrebbe voluto. Oggi invece le maestre non impediscono più ciò che la natura ha scritto e lasciano che i ragazzi scrivano anche con la sinistra.I tempi cambiano, per fortuna, ma qualche volta si esagera dal lato opposto e questi ragazzi crescono senza freni.
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