E
così è ricominciata la scuola...
Finite
le vacanze e le dormite al mattino, la sveglia è tornata a suonare alle sei e
trenta, implacabile.
Una
mia giovane collega, dopo due anni di permanenza nella scuola dell'obbligo,
entrata in ruolo e prima in graduatoria, avendo a disposizione vari tipi di
scuole, ha scelto d'insegnare in un carcere. Oggi ne parlavamo in sala
insegnanti. Il fatto è significativo. In
effetti, dopo aver insegnato facendo contemporaneamente il guardiano, il
carabiniere, lo psicologo e l'assistente sociale, lavorare in prigione è
veramente una bazzecola. Gli alunni non disturbano mai ( se lo facessero
verrebbero riportati immediatamente in cella) e sono motivati ( hanno bisogno
della licenza media per migliorare la propria posizione quando usciranno), i
consigli di classe non esistono e i genitori non vengono mai a presentare lamentele
di nessun tipo. Cosa volere di più?
Io
comunque resto nella mia vecchia scuola, quella in cui ho studiato anch'io ed
in cui finirò i miei anni d'insegnamento, chissà quando, visti i chiari di
luna.
Questa
settimana sarà più corta, perchè venerdì sarà vacanza. Tutte le strade infatti
saranno bloccate e ci si potrà muover soltanto a piedi. Inizia infatti la
grande kermesse di Cheese, la popolare manifestazione nata da Slow food,
fondata a sua volta dal concittadino Carlo Petrini nel 1986. Potete trovare
tutte le informazioni qui e poi...pancia fatti capanna!
Ciao, settembre e tutto ricomincia, sempre uguale e ogni volta diverso...
RispondiEliminaTi auguro un buon anno scolastico, e anche una buona kermesse!
A presto, buona giornata.
Antonella
Grazie per tutto.E speriamo che a cheese non piova! Buona giornata anche a te!
EliminaCiao Katherine, hai proprio ragione per quanto riguarda il carcere... non ci avevo pensato!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona settimana!
Carmen
Abbraccio ricambiato e buon fine settimana anche a te!
EliminaSei di Bra?!!! ... ma voi avete inventato lo Slow food
RispondiEliminaEh sì, sono proprio di Bra, la patria dello slow food e di cheese!
EliminaAl pezzo, sospeso tra ironia e realtà, sull'insegnamento nelle carceri, vorrei aggiungere solo una cosa,ma serissima: che a volte ci son casi umani che coivolgono e annientano, e il clima là dentro non troppo positivo.
RispondiEliminaEhhhh chissà quando potrò essere a Bra!.... intanto un plauso a Petrini, ha ideato una meritevole manifestazione. A te buon riposo culinario, per domani :))
Ah sì! Spero proprio che il tempo tenga, che la famiglia non faccia i capricci e che mi sia possibile godermi Cheese. E' una bella manifestazione, c'è un sacco di gente e si mangiano tanti formaggi buoni. Cosa volere di più?
EliminaPer quanto concerne l'insegnamento nelle carceri, la mia non era ironia, ma semplicemente una riflessione: se, potendo scegliere tra adolescenti e carcerati, dopo attenta ponderazione, si preferiscono questi ultimi, si può capire quanto sia faticoso il lavoro con i ragazzi di quell'età. D'altra parte, le prigioni della mia zona non sono sicuramente di massima sicurezza, ma soltanto il transito di delinquentelli comuni, che sanno di dover scontare una pena breve. In questo caso, l'insegnante viene visto come qualcuno che viene per aiutarli a costruirsi un futuro migliore, senza mai giudicarli, e trattato quindi con rispetto, cosa che non sempre i ragazzini hanno per noi.
C'è da capire se è lei che è andata in carcere ad insegnare o tu che ci sei rimasta :-)
RispondiEliminaBeh da buona mangiata!!! In libertà...
Io sono rimasta nella scuola dove sono sempre stata. Ormai è la mia seconda casa, anche se non son sempre rose e fiori. Però è significativo che, potendo scegliere, si preferiscano i carcerati ai ragazzini. Dà un'idea di quanto sia faticoso averci a che fare tutti i giorni.
EliminaPer la mangiata, che dire, è stata molto piacevole, ma ormai è quasi finito tutto, purtroppo!
vedi? non sapevo che Petrini fosse proprio dell'astigiano. Piemontese, sì.
RispondiEliminaCara signora Maestra che belle persone che siete. La moglie del mio Capo, andata in pensione come insegnante di lettere alle superiori ha scelto l'insegnamento volontario al carcere femminile di Rebibbia e andava e veniva prendendo due autobus. Complimenti.
Ciao, buon lavoro e buona festa, che bello il sapore dei formaggi piemontesi!
sherazadetuttainvidia ;)
Perdona la puntualizzazione, ma noi braidesi non siamo dell'astigiano, bensì del cuneese, la famosa Provincia Granda :)
EliminaIo poi come braidese nato a Cuneo mi sento pure molto cittadino romano, ma questa è un'altra storia ;-)
I formaggi piemontesi sono buoni, sì, ma il bello è che ad una manifestazione come Cheese trovi di tutto da ogni parte d'Italia e del mondo. Anche da Roma, che non solo d'Italia, ma del mondo (almeno per me), è l'ombelico. Mi sto giusto tagliando una fetta di un ottimo formaggio, stagionato in un letto di fiori secchi sulle sponde del lago di Bracciano, acquistato ieri... buonissimo! :-D
In effetti, come già ha puntualizzato Julianvlad, Petrini è braidese, quindi nato in provincia di Cuneo. A Cheese c'era proprio di tutto, compresi i formaggi che provenivano dagli Stati Uniti e dall'Africa. E' stata proprio una bella festa e, come tutte le cose belle, è già finita.
EliminaNon so se tu sia mai entrata in un carcere per insegnare o fare volontariato o altro, ma non ci scherzerei sopra. Io l'ho fatto, e ti posso assicurare che la fatica, mentale, fisica, emotiva è pari in un giorno a tre mesi di scuola in un professionale di frontiera
RispondiEliminaPoi ci sono persone molto motivate che, per fortuna, sono portate per questo tipo peculiare di insegnamento, che vuole talento particolare, e lo scelgono. Ma di certo è tutt'altro che una passeggiata.
Scusa, ma non resisto :-)
EliminaNon voglio fare l'avvocato difensore, che di certo Katherine non ne ha alcun bisogno, e se vorrà obiettare alla tua osservazione lo farà da sé. Però, ecco.. incuriosito mi son fatto un giretto veloce sul tuo blog, e senz'altro tornerò a farti visita con più calma perché ho colto contenuti e stile molto interessanti in ciò che scrivi (e non vuol essere in alcun modo una lusinga, la mia).
In più, ho colto un dettaglio che mi ha fatto sorridere: anche tu apprezzi quei dissacratori impenitenti di Spinoza, a quanto vedo. E poi, qui, citi un argomento sul quale non si può scherzare? :-D
In effetti, come ho già scritto a Perla, non ci sto affatto scherzando sopra. Semplicemente rifletto sul fatto che, potendo scegliere liberamente tra gli adolescenti e i detenuti, si preferiscano questi ultimi e si sia pienamente soddisfatti della scelta, così come afferma la mia collega. Il nostro è un carcere di periferia, per detenzioni brevi a causa di piccoli reati. Credo che i detenuti vedano molto positivamente chi viene ad aiutarli per permettere loro un futuro migliore, una volta tornati in libertà e che per questo dimostrino attenzione e gratitudine, mentre i nostri ragazzi, spesso viziati ed abituati ad ottenere tutto facilmente, considerano ogni cosa come dovuta e non sempre conoscono il significato della parola rispetto. Sicuramente la mia collega imparerà molto da questa esperienza così particolare.
EliminaRicordo che, anni fa, anche un'altra mia collega era stata ad insegnare nelle carceri e si era trovata benissimo. Unico problema, la perquisizione un po' troppo attenta delle guardie, che spesso approfittavano dell'occasione per allungare le mani un tantino di troppo...;)
Buongiorno Katherine! Leggo questo tuo pezzo nel momento in cui Cheese 2013 è ormai quasi terminato, e devo dire che mai come in questa edizione mi sono goduto la prestigiosa kermesse internazionale... e non posso dire di aver semplicemente degustato, ho proprio mangiato a quattro palmenti :-)
RispondiEliminaTrovo che l'organizzazione e la professionalità, sia di chi ospita, sia degli espositori, aumentino di edizione in edizione. La mia propensione, ormai consolidata, a lunghe passeggiate quotidiane, unita al fatto che lavoro da casa e dunque non ho necessità dell'auto per spostarmi, ha certamente contribuito al fatto che da venerdì scorso a questa mattina mi sia aggirato per Bra in lungo e in largo, piacevolmente attraversando stand e nutriti capannelli di turisti, gourmant e sempici curiosi, senza alcun assillo di dover trovare un parcheggio prossimo al centro. Diciamo che pure io ho acquisito un atteggiamento "slow" quale quello predicato dal nostro buon concittadino Carlin Petrini ;)
A Cheese oltretutto è legato un piccolo aneddoto legato alla mia fede giallorossa, che magari un giorno o l'altro (anzi, senza il magari) mi divertirò a raccontare. Potrei farlo ora, ma non voglio rubare troppo spazio qui in "casa tua" :)
Per quanto riguarda il discorso scolastico, in merito alla scelta operata dalla tua collega di andare ad insegnare in un carcere, ti dirò, ha colpito molto anche me. Noto, nei commenti precedenti, che la tua metafora ironica di paragone, da alcuni, non è stata colta come tale. Da parte mia, credo si possa parlare e scrivere con leggerezza anche di argomenti che (purtroppo, lo sappiamo bene) abbiano risvolti drammatici come questo, non solo per quanto riguarda il contesto carcerario, ma ancor più per lo stato disumano in cui, a quanto ci viene detto da più parti, versano le carceri italiane. Leggerezza significa garbo, non certo superficialità o mancanza di rispetto o di comprensione del problema. Non ricordo più quale autorevole pensatore invitasse ad affrontare con leggerezza le questioni serie, e con serietà le questioni leggere (come il calcio, ad esempio, per quanto riguarda me), per poter mantenere un punto di vista equilibrato. Non è una morale per nessuno, questa mia osservazione, sono un'opinione personale.
Ah posso dire anch'io di essermi gustata questo Cheese come non mai. Non ho perso un giorno, dal venerdì al lunedì pomeriggio. Non posso dire di aver mangiato molto, ma soprattutto di aver goduto delle passeggiate "slow", dell'incontro con le persone, della serenità dell'evento che si è svolto in un clima di tranquillità e correttezza dei visitatori, unitamente a splendide giornate di sole.
EliminaIn quanto al discorso sull'insegnamento nelle carceri, la mia era piuttosto una riflessione, una constatazione. Se d'ironia vogliamo parlare, non era certo rivolta ai detenuti, ma piuttosto agli adolescenti, che dovendo essere continuamente sorvegliati, controllati, contenuti, corretti, sostenuti, rendono la nostra attività molto più difficile che non in un carcere dove, se non altro, alla disciplina ci pensa già qualcun altro. Sicuramente, se si è persone sensibili ed interessate ai loro problemi, il coinvolgimento emotivo può essere piuttosto forte, ma queste sono sicuramente esperienze che aiutano a maturare e renderci persone migliori.