Le lezioni sono terminate e domani inizieranno gli esami di
terza media con la prima prova di Italiano.
Penso alle classi che se ne andranno, per passare alle
superiori, e alle prime e seconde che ritroverò, cresciute, il prossimo anno.
A volte c’è chi mi chiede come siano i ragazzi di oggi, se
siano cambiati rispetto ad un tempo, se siano migliori o peggiori. Io rispondo
sempre che, in fondo, non ci sia una grande differenza rispetto alle generazioni
di una volta: i ragazzi continuano ad essere adolescenti che imparano a crescere
assorbendo come una spugna tutto quanto stia loro intorno, buono o cattivo che
sia. Hanno sicuramente maggiori stimoli e possibilità comunicative rispetto ad
un tempo ( pensiamo ai cellulari e ai social network), ma restano comunque
fragili, in balia di problemi familiari spesso più grandi di loro e di una
società che chiede continua competizione ed un aspetto esteriore accattivante.
Ogni classe ha qualche sua particolarità che la distingue
dalle altre e l’insegnante deve adattare se stesso, le dinamiche relazionali e
il suo sapere, di volta in volta, perché nessun ragazzo è uguale ad un altro.
Io alla tastiera con una classe. Foto di repertorio |
La mia prima A, per esempio, doveva essere imparentata con qualche tedesco,
tanto era rigorosa. Quando io arrivavo, perennemente in ritardo, perché dovevo
attraversare vari corridoi e percorrere diverse rampe di scale, dopo aver
lasciato la classe precedente, i ragazzi erano tutti già in piedi e in fila,
con i loro flauti e il libro degli spartiti in mano, pronti per andare nell’aula
di musica. Mi indicavano l’orologio: “Professoressa, forza, è tardi, dobbiamo
andare!” Ci spostavamo velocemente nell’aula,
suonavamo e cantavamo tutta l’ora senza perdere nemmeno un secondo ma, appena
suonava il campanello a fine lezione, tutti troncavano il suono di netto,
riprendevano il materiale in mano e via, pronti per la lezione successiva! Una volta, mentre stavo interrogando, mi ero fermata
per dare alcune comunicazioni. Ad un certo punto, una ragazzina aveva alzato la
mano e mi aveva chiesto, molto preoccupata: “Professoressa, ce la farà ad
interrogarci tutti se continua a parlare?” Avevo tagliato corto e ripreso subito
le interrogazioni, non potevo mica farmi rimproverare un’altra volta! Poi, l’ultimo
giorno di scuola, ero stata male e mi ero assentata. All’insegnante che mi
aveva sostituita, una ragazzina aveva chiesto: “Possiamo fare lo stesso lezione
di musica?” Lei aveva risposto che l’avrebbe fatto volentieri, ma non era la
sua materia. “Non si preoccupi, ci pensiamo noi!” La fanciulla si era messa in
cattedra a dirigere mentre i compagni suonavano e alla collega non era rimasto
altro che godersi il concerto, più stupita che mai!
La prima D invece era molto maschile, quindici maschi e
cinque femmine, e con molteplicità di etnie: marocchini, albanesi,
sudamericani, congolesi, piacevolmente miscelati a ragazzi provenienti da varie
regioni italiane. Poteva sembrare una difficile convivenza, invece tutti
andavano d’accordo e si aiutavano, cercando di fare ciascuno del proprio meglio
per ottenere buoni risultati.
La prima E, per contro, era a maggioranza femminile, ma c’era
un giovanotto che era un vero Pierino e valeva almeno per dieci maschietti
scalmanati. Che stress!
In terza D invece, due mesi fa, eravamo diventati tutti zii,
in quanto una ragazzina aveva partorito una bella bambina, accudita, già per
tutta la gravidanza, molto amorevolmente dai compagni. Immagino che, durante
gli esami di terza media, dovrà uscire dalla classe per allattare e sicuramente
questo sarà un avvenimento eccezionale rispetto alle nostre abitudini
scolastiche.
Altre classi avevano preparato uno spettacolo per gli anziani
e la seconda A, in particolare, aveva aggiunto una nota di brio suonando una
chitarra elettrica, un violino e vari flauti traversi. Grinta ed entusiasmo,
durante le prove, si sentivano echeggiare per tutta la scuola.
Maggio 2014. Spettacolo al Cottolengo |
Ci sarebbero tante altre cose da raccontare, ma non voglio
dilungarmi troppo. Vi parlerò soltanto di un ragazzino autistico che amava la
musica e che riusciva a stare tranquillo e a socializzare soltanto ascoltando i
suoni dei compagni. Il suo insegnante di sostegno, scoperta per caso questa passione passando davanti alla porta dell’aula
di musica, aveva cominciato ad inserirlo nelle mie classi, tutte, tanto che i
ragazzi ormai lo ritenevano uno di loro e gli facevano persino provare i loro
strumenti. Credo che il mio collega, dopo un anno passato in questo modo, abbia
imparato a memoria tutti i repertori delle classi, dalla prima alla terza!
Insomma, anche quest’anno è passato e, tutto sommato, in modo
piacevole e produttivo. Esami e poi…vacanze!
che bel post Katherine, sembra di essere vicino a te in classe a guardare ed ascoltare i tuoi studenti!!! Buon giugno mia cara!!! Renata
RispondiEliminaGrazie, e buon giugno anche a te!
Eliminasplendido di come può essere bello far scuola. A volte è capitato anche a me, ed era chimica ed eran 14 ore di laboratorio e 4 di teoria. Li prendevo a 14 anni li lasciavo a 17.Alcuni me li ritrovo su facebook ormai quasi 60 enni e si riesce a ridere di quegli anni lontani, forse perché "facendo" assieme è più facile comunicare. Quando mi lamento che ogni tanto perdo qualche colpo c'è sempre chi si premura di ricordare che non è la vecchiaia, ero già così allora...
RispondiEliminaAnch'io ho un sacco di alunni ed ex alunni su facebook! Ci sono anche i figli dei miei alunni! A volte ci fanno arrabbiare, ma alla fine li portiamo tutti nel cuore!
EliminaIo invece credo che i ragazzi stiano peggiorando per quanto riguarda i rapporti umani: c'è sempre più mancanza di rispetto, di curiosità per le persone non omologate nella massa, credo anche meno studio. Poi, sicuramente sono più svegli e forse più intelligenti ma queste qualità non le usano per fini nobili. La loro maggiore fragilità deriva anche da questa loro confusione. Scusa il mio pessimismo, spero abbia ragione tu. Al3ph
RispondiEliminaNon stanno peggiorando, semplicemente i fatti negativi sono molto pubblicizzati, mentre una volta se ne parlava di meno. Purtroppo nessuno parla mai dei ragazzini educati, timidi, studiosi, ma si parla sempre troppo di quelli che combinano guai, e sono guai grossi, lo ammetto, ma sono una piccola parte e non si trovano in tutte le classi. Purtroppo c'è da registrare anche un notevole peggioramento nelle famiglie, che litigano, si sfasciano, usando i figli come armi di ricatto, e questo è deleterio per i ragazzi.
EliminaSono d'accordo con te su tutta la linea. La biologia non si improvvisa, e i nostri ragazzi erano, sono e restano adolescenti prima e dopo qualunque altra cosa.
RispondiEliminaE d'accordo anche sulle personalità di classe, che esistono, e sono malleabili solo fino a u certo punto (molto piccolo, peraltro).
Immaginavo che avresti risposto così! ;)
EliminaMia gioia, che bella carrellata. E' proprio vero, ogni classe è a sè, coem un figlio, li allevi tutti allo stesso modo ma vengono su ognuna diversa dall'altra....per fortuna!!....sennò che noia!
RispondiEliminaBuoni esami e buone vacanze.
Già, i ragazzi sono proprio come i figli e ogni classe è una famiglia con una sua personale prerogativa, anche se noi siamo sempre gli stessi per tutti. Di sicuro non ci annoia mai!
RispondiEliminaBenvenuta, Cristina!
Sei una professoressa ben riuscita, il merito del successo è tuo.
RispondiEliminaCi provo Domenica Luise,ci provo!
EliminaQuanta vita... quanta ricchezza. Sono tutti belli, tutti diversi, tutti diversamente meravigliosi, pur nelle loro fragilità.
RispondiEliminaE' proprio così...Tanto diversi eppure tanto uguali nelle loro fragilità, nella gioia di vivere, nell'entusiasmo, nelle birichinate....Sono i nostri giovani e il nostro futuro, nel bene e nel male...
Eliminasicuramente sono le basi dei ragazzi di domani... è alla superiori che si complicano molte situazioni ... bene o male alle medie ancora sei protetto
RispondiEliminaIo so solo che è sempre più difficile gestire gli adolescenti, sia come insegnanti che come genitori, ma bisogna mettercela tutta,perchè hanno ancora bisogno di noi.
EliminaChe simpatici questi stralci di vita scolastica; certamente fare l'insegnante è un lavoro interessante e molto stimolante, soprattutto dal punto di vista emotivo.
RispondiEliminaUn saluto a te ed a tutti i "tuoi" ragazzi!
A presto.
E' anche molto faticoso, te lo assicuro! ;)
RispondiEliminaTutto bene? Sei alla fine un ultimo sforzo.
RispondiEliminaSherabbracci
I ragazzi possono insegnarci un mare di cose se abbiamo l'umiltà di ascoltarli e di osservarli. Spesso purtroppo sembra però che gli adulti proprio non digeriscano il proprio invecchiamento sviluppando così un astio ridicolo verso chi è giovane, bello e con un potenziale smisurato.
RispondiEliminaun saluto :)
Sono quegli adulti che non ricordano più com'erano quand'erano ragazzi, forse perchè hanno cancellato quel fanciullo che dovrebbe vivere ancora nel loro profondo. Peccato per loro!
EliminaGli esami sono finiti e la mia nipotina è stata promossa.
RispondiEliminaTu, signora Maestra che ci racconti ora?
un abbraccio grande
shera
Continua a leggermi, e qualcosa saprai! ;)
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