martedì 14 luglio 2020

Gazze crudeli

Vi avevo raccontato, tempo fa, la storia dei merli che vivevano nel nostro giardino.
Avevano nidificato nel pino e passeggiavano tutto il giorno nel prato, senza dimenticarsi di fare un bagno quotidiano nelle ciotole del nostro cane. Avevano un figliolo, che ancora volava poco e che stava nascosto nel pino, uscendo ogni tanto a curiosare. Poi aveva cominciato a volare sempre più in alto ed infine se n’era andato. I merli avrebbero voluto nidificare di nuovo, ma erano arrivate le gazze. Una si era intrufolata nel pino e loro avevano capito che, ormai, quello non era più un posto sicuro. Si erano spostati in una siepe poco lontano e, per molto tempo, ho continuato a vedere il maschietto sui tetti delle case circostanti intento a gorgheggiare le sue splendide melodie. Qualche giorno fa, a sorpresa, sono riapparsi entrambi e sono tornati a farsi un bel bagno. Li riconoscerei tra mille, perché la femmina ha una piuma bianca sulla coda e un’altra su un’ala e non credo esista un’altra merla così. Si direbbe proprio che volessero salutarci, perché, da quel giorno, sono letteralmente scomparsi e non ho più sentito il loro canto.
A noi sono rimaste le gazze, che hanno nidificato sulla magnolia. Uccelli antipatici, prepotenti, con una voce gracchiante e sgradevole, ma non si può comandare alle libere creature dell’aria e impedire loro di costruire il nido dove vogliono. Tutto è andato bene finché, circa quindici giorni fa, un piccolo è caduto dal nido. Apriva il becco per chiedere il cibo, non stava in piedi. Ho pensato di metterlo in un sottovaso, in modo che potesse appoggiarsi senza cadere, e di sistemarlo sull'albero, sperando che la madre lo nutrisse lo stesso. Invece no. L’ho ritrovato morto, con il capino ciondoloni dal sottovaso e le mosche che gli giravano intorno. Un’immagine tristissima, che mi ha molto addolorata. Ieri eccone un altro. Molto più grande del primo, con tutte le sue penne bianche e nere, saltellava. La madre lo chiamava dall'alto, come se lui, che appena camminava, fosse in grado di raggiungerla. Questa volta non l’ho toccato, avendo letto che la madre potrebbe ripudiarlo sentendogli addosso odore umano. Ho sperato che stavolta la madre lo nutrisse, invece no, di nuovo, stamattina l’ho trovato morto nel prato.
Ma poco dopo eccone un altro, ancora più grosso, che saltellava e svolazzava nel prato. Questo riusciva a volare fino ad un’altezza di cinquanta centimetri e correva dappertutto, chiamando i genitori. La madre gracchiava sulla cima dell’albero più alto invitandolo a raggiungerla e lui, poverino, correva, saltellava, compiva piccoli voli. Ce la metteva veramente tutta! Ora dico: perché la gazza è salita sull'albero più alto e più lontano per chiamare il suo piccolo? Non poteva stargli più vicino e chiamarlo da un’altezza ragionevole? Perché fargli fare tutta quella fatica e poi lasciarlo digiuno? Immagino la sua disperazione nel vedere la madre così irraggiungibile. Alla fine è andato a nascondersi nel pino e non lo abbiamo più visto. Domani mattina dovrò seppellire anche lui?
Mi si dice che questa è la selezione naturale della specie, che solo i più forti sopravvivono e che le madri si liberano dei figli più deboli. Io però ho sempre visto quei poveri pulcini ben pasciuti e in forze. Ovviamente, senza mangiare e bere, si sono poi indeboliti fino alla morte.
Mi si dice che le gazze siano degli uccelli antipatici, prepotenti, cattivi. Il comportamento crudele di quella madre lo conferma. Però i cuccioli sono sempre cuccioli. Sono indifesi e fanno tenerezza. Io, come essere umano, mi comporterei esattamente al contrario, cercando di difendere e proteggere proprio chi è più debole e bisognoso di cure. E poi, la morte di un cucciolo mi stringe sempre il cuore, perché alla morte non c’è rimedio ed è la fine di tutto ancora prima che la vera vita, fatta di esperienze, gioie e dolori, sia iniziata. Tutti abbiamo il diritto di vivere, anche le piccole e antipatiche gazze.

10 commenti:

  1. Non so dirti se le gazze siano genitori poco attenti... di sicuro sono concorrenziali alle cornacchie grige, e non essendo, nè granivori, nè fruttivori, si nutrono di piccoli roditori o piccoli di altre specie, come del resto i gabbiani...

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    1. Sì, mi ero documentata e avevo capito che mi sarebbe stato difficile sostituirmi alla madre, senza contare che i piccoli mangiano ogni tre ore. Portare il piccolo alla Lipu voleva dire un viaggio di cinquanta chilometri all'andata e cinquanta al ritorno, per tre volte. Sinceramente speravo che la madre, visto che era perfettamente al corrente della situazione, si prendesse cura dei piccoli. Ho letto sul web che molti uccelli nutrono i pulcini anche quando sono a terra, ma evidentemente non è il caso delle gazze.

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  2. La genitorialità nel mondo animale è spesso opposta a quella a cui siamo abituati.
    Magari potresti provare a lasciare del cibo vicino al prossimo uccellino malcapitato, ma leggendo il commento di Stefano, non credo che lo gradirebbero.
    Quindi non ti resta che assistere inerme a questa triste selezione naturale.

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    1. Ho provato a lasciare del cibo in un piattino per l'ultimo pulcino, che mi sembrava molto sveglio. Avevo messo un po' della pappa del cane, dicono che possa funzionare. Ma non l'ha mangiato. Comunque è sparito e non l'abbiamo più visto. Spero sia riuscito a volare via, ma non ne sono troppo sicura.

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  3. Anche io ho una coppia di Merli fissa che camminano e volano sul mio giardino.
    Non ho esperienza di gazze mai viste a Roma. Tuttavia non penso mi possa essere in natura una madre snaturata semplicemente il loro imprinting le avrà imposto quel comportamento che a noi sembra crudele.

    Bupne piccole vacanza cara Caterina.
    Abbracci tanti.
    Shera

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    1. Buone vacanze anche a te, cara Shera! Abbracci ricambiati!

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  4. dovresti chiamare la Lipu, se ne prenderebbero cura loro, oppure potresti comprare del pastone e imboccarli un pochino finché non volano da soli. Io li ho allevati diverse volte. Buon we mia cara.
    p.s. le cornacchie e le gazze a volte rompono le uova degli altri uccelli più piccoli

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    1. Beh, non mi era mai successa una cosa del genere e sono stata colta alla sprovvista. Per trovare la Lipu avrei dovuto andare a Cuneo e sono circa cinquanta chilometri all'andata e altrettanti al ritorno, per almeno due giorni di seguito, comunque, se mi capiterà di nuovo, ci penserò. Per ora è andata così, purtroppo.

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  5. Io sto bene, grazie.
    Non è un problema di distanza, ovviamente, ma di lingua. Io non conosco il portoghese! ( anche se un po' si capisce...)E poi io non scrivo molto spesso e altrettanto poco seguo i blog, comunque grazie per l'invito, magari proverò a leggere qualcosa!

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  6. Noi non possiamo giudicare, perchè la natura ha le sue leggi e anche se per noi incomprensibili hanno una logica nell'armonia dell'universo

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