In questi giorni sono rimasta molto scossa dalla morte di un mio concittadino, che non ha più sopportato il suo male di vivere e si è tolto la vita a soli quarantanove anni.
Conoscevo M. solo superficialmente, in primis come padre di una mia ex alunna. Una volta sua figlia aveva litigato con una compagna e le aveva lanciato un portapenne addosso durante una mia lezione. Già da qualche tempo era particolarmente disattenta e l’avevo rimproverata spesso, ma quel portapenne era stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, tanto da scriverle una nota sul diario. Il giorno dopo erano arrivati i suoi genitori. Mi aspettavo delle rimostranze, come adesso usa fare per difendere i figli, invece loro, soprattutto il padre, erano veramente mortificati e si erano profusi in scuse, affermando che, se avevo apposto quella nota, proprio io, nota per la mia pazienza, doveva proprio essere stato un fatto grave e mi chiedevano umilmente perdono per non aver saputo educare al meglio la ragazza. Alla fine, mi ero ritrovata a consolarli, confortarli, spiegando che, in fondo, si era trattato solo di una ragazzata e non me ne ricordavo già quasi più. Questa coppia, così addolorata, mi aveva profondamente colpita.
Lo apprezzavo poi come musicista. Mi piaceva starlo ad osservare mentre suonava la chitarra o il basso con il suo gruppo durante i concerti. Mi era sempre sembrato felice.
Infine avevo tanto sentito parlare di lui dal papà, mio collega carissimo di tanti anni fa. Mi raccontava di M. bambino, poi adolescente, poi ancora giovanotto laureato e, in fondo, mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Sono tre giorni che penso a lui, così sensibile, gentile e fragile, una bella persona, interiormente e fisicamente e, da madre, moglie e figlia quale io sono, provo ad immedesimarmi nel dolore dei suoi familiari: enorme, insopportabile, lancinante, insieme a quella terribile sensazione di impotenza, di non aver capito abbastanza, di non aver consolato al momento opportuno...
Probabilmente ha pensato di andarsene portandosi via tutto il suo male di vivere, ma quel grande dolore invece resterà qui e si moltiplicherà in tutti coloro che l'hanno amato o anche soltanto conosciuto, perché era un uomo speciale e mancherà immensamente a tutti.
Ciao M. spero che tu possa trovare lassù quella serenità che in Terra non hai mai trovato. Forse il tuo papà, che là ritroverai, saprà consolarti. Riposa in pace.
Le persome molto sensibili purtroppo sono quelle che in questa società pagano il prezzo più alto. RIP
RispondiEliminaPurtroppo sì. Era troppo buono e sensibile e forse non riusciva ad adattarsi a questa società così egoista e fatta di apparenza.
EliminaPurtroppo questo tipo di dolore, come lo stai provando tu, è capitato anche a me per una persona che conoscevo, situazione molto simile alla tua. Sono stata giorni a pensare, sconvolta dalla tragedia che si abbatteva anche sui familiari che dovevano trovare la forza di superare un dolore così grande. Purtroppo non ci sono risposte, si può solo sperare che M. abbia trovato pace e serenità.
RispondiEliminaE' vero, non ci saranno mai risposte, ma solo un grande dolore.
EliminaSono cose che lasciano davvero attoniti e, hai detto bene, il dolore rimane qui e dovranno sopportarlo i suoi cari.
RispondiEliminaPurtroppo sì, persino io riesco a sentirmi un po' colpevole, anche se lo conoscevo appena. Questo terribile senso di fallimento per non aver saputo capire e confortare al momento opportuno è veramente devastante.
EliminaUn giorno ho chiamato un amico per concordare le prossime vacanze, mi ha risposto dicendo che al momento non era il caso di parlarne che s'era appena suicidato il figlio. Ci sto ancora male solo a scrivere ste righe.
RispondiEliminaCiao.
Ecco, per un papà e una mamma è sempre un dramma tremendo dover sopravvivere ad un figlio, figuriamoci poi con una morte del genere! Non oso pensare alla disperazione della sua povera madre.
EliminaFare i conti col dolore e la depressione che può ingenerare è davvero difficile. Non tutti c'è la fanno e non sempre basta l'aiuto altrui. Son situazioni che lasciano sgomenti e rattristano profondamente. Un saluto a te.
RispondiEliminaDici bene. Sono situazioni che lasciano sgomenti. Non si riesce a capire il perché di un gesto simile. E si soffre terribilmente.
EliminaGiusto, bisogna rispettare ciò che lui ha provato e sentito. Anch'io ho pregato per lui e per la sua famiglia. Ma resta il fatto che mi senta molto dispiaciuta per lui.
RispondiEliminaÈ vero, in questi casi per chi resta è dura ma mi sento di capire M. e tutti coloro che non riescono più a sopportare, per i motivi più disparati, il peso insostenibile del vivere, la paura ed il disagio di vivere. Spero anch'io sinceramente che possa essere finalmente sereno ovunque si trovi.
RispondiEliminaPer lui il periodo triste è finito, ma per i suoi familiari comincia solo ora. Sarà molto difficile convivere con i sensi di colpa per non averlo capito e con la sua assenza. Il dolore rimane, purtroppo.
EliminaCapisco come tu possa essere rimasta scossa dall'accaduto, si pensa che una persona sensibile, che appare felice e con una passione così coinvolgente come quella della musica, non abbia motivo di togliersi la vita. Eppure queste cose succedono, non sappiamo cosa passi davvero nella mente di un altro e quando ciò riguarda un familiare o un amico, il dolore del lutto si ingigantisce anche per il senso di colpa di non averlo capito.
RispondiEliminaE' proprio così. Io non avrei mai potuto fare nulla per lui, visto che lo conoscevo appena, ma mi immedesimo in sua madre, in sua moglie, nei suoi figli, e mi sembra proprio di percepire il loro dolore, il senso di vuoto, il rimorso per non averlo saputo aiutare e quel "perché?" che risuonerà sempre nel profondo delle loro anime.
EliminaGrazie dolce Katherine per averne condiviso con tatto e sensibilità...queste realtà mi fanno molto riflettere e mi lasciano un senso di colpevolezza che come te prescinde dalla conoscenza più diretta,un distacco terreno che invece mi fa provare tanta vicinanza stranamente ,con chi va e con chi resta.Preghiera e religioso silenzio🙏 e un abbraccio sentito a te .
RispondiEliminaIo, come ho detto, conoscevo molto poco M., ma ero stata collega per molti anni con suo padre. Egli era un insegnante di matematica un po' fuori dagli schemi, perché non aveva solo una mentalità scientifica, ma era anche appassionato di poesia, arte, letteratura e musica. Aveva una personalità completa, era molto sensibile ed umano con colleghi e studenti. Anche il suo aspetto, con i capelli un po' lunghi, lo faceva somigliare più ad un poeta musicista che ad un matematico. Forse, inconsciamente, ho associato l'idea del figlio con il padre. Anche il figlio era laureato in matematica e musicista. Per questo ho avuto l'impressione di conoscere bene anche M. e la sua morte mi ha colpita così tanto. Inoltre possedeva tutto ciò che ho io: un lavoro, una casa, una famiglia, l'hobby della musica, degli amici, una madre amorevole...A me tutto questo è sempre bastato, perché a lui no? Quel perché resterà sempre senza risposta. Solo preghiera e religioso silenzio. Abbraccio ricambiato!
EliminaPover'uomo, quanto deve essere stato infelice per arrivare a togliersi la vita, senza contare che il suo dolore, invece che spegnersi, si riaccenderà nei familiari !
RispondiEliminaSicuramente era molto infelice, ma è difficile comprenderne il motivo. Molte persone sarebbero felici di avere quel che possedeva lui: salute, famiglia, casa, amici, intelligenza...Ma la mente umana è difficile da capire. Esistono nascondigli segreti dove tarli malefici si insinuano cancellando la gioia di vivere. A noi resta solo il dolore per quella vita umana gettata via e per quel senso di colpa per non aver potuto fare nulla per impedirlo.
EliminaAuguri Katherine oggi si festeggia S. Caterina da Siena
RispondiEliminaDottore della chiesa che riuscì a riportare il papà da Avignone a Roma
Un cuore nelle nuvole alimentarlo con gesti buoni e pensieri gentili. Al limite con un sorriso
Grazie mille! Si, quel cuore andrà alimentato con gesti buoni e pensieri gentili. Farò del mio meglio!
EliminaHo un grande rispetto per chi decide di farla finita. Il mal di vivere è una bestia che ti rode l'animo ed è difficile combatterla. Spesso le medicine e i consulti medici non servono a niente perché la sofferenza è enorme e spesso l'unica via d'uscita è sparire!
RispondiEliminaPurtroppo è così. Il mal di vivere è una brutta bestia che rode dentro ed impedisce di essere felici. Purtroppo molti misteri del nostro cervello sono ancora insondabili. Molte persone sarebbero felicissime di avere tutto ciò che aveva M, mentre lui non riusciva a sentirsene contento. Purtroppo la sua sofferenza adesso si è trasferita ai suoi familiari: madre, moglie, due figli, parenti e amici. Una grande amarezza invade il mio animo, ma ovviamente rispetto la sua scelta.
EliminaCiao Kat. Belle parole ad un quasi amico ora scomparso. Mi chiedo, talvolta, cosa sia il "male di vivere": forse Solitudine (interiore od esteriore) ? Paura percepita senza via di fuga? Evento ignoto a terzi che appare insuperabile ? il mondo attorno che pare rifiutarti?
EliminaEd ancora, com'era la sua vita in famiglia ? Chissa! Impossibile saperlo, impossibile capirlo. Resta solo il rammarico d'una giovane vita che rinuncia ad essere Vita che rinuncia a tutto ed accetta di viaggiare, definitivamente, verso l'ignoto.
Al Tuo quasi amico, ovunque sia ora (sempre che esista un luogo) ed alla Sua famiglia la tristezza di chi, come me, ha potuto conoscerlo escusivamente attraverso le Tue parole. Ciao Kat. Buon Primo maggio.
Ho potuto parlare con la moglie. Pare che la sua fosse una famiglia molto unita. Purtroppo si tratta di burnout...Mi dispiace tantissimo!
EliminaNella tua accorata descrizione hai detto per me la parola chiave fragilità! Quella fragilità che in questo mondo così competitivo rischia di sopraffare un animo gentile poetico come tu hai descritto questa anima bella... è un male terribile la depressione per la quale neppure l'amore dei propri cari può essere tanto forte. Mi vengono le lacrime agli occhi. Un abbraccio grande grande Caterina con tutto il mio affetto. SheraZade
RispondiEliminaPare che tu abbia centrato il punto: mondo competitivo! Molti non reggono allo stress della competizione continua. Tutto questo è veramente molto triste. Abbraccio ricambiato!
EliminaCiao Kat. Belle parole ad un quasi amico ora scomparso. Mi chiedo, talvolta, cosa sia il "male di vivere": forse Solitudine (interiore od esteriore) ? Paura percepita senza via di fuga? Evento ignoto a terzi che appare insuperabile ? il mondo attorno che pare rifiutarti?
RispondiEliminaEd ancora, com'era la sua vita in famiglia ? Chissa! Impossibile saperlo, impossibile capirlo. Resta solo il rammarico d'una giovane vita che rinuncia ad essere Vita che rinuncia a tutto ed accetta di viaggiare, definitivamente, verso l'ignoto.
Al Tuo quasi amico, ovunque sia ora (sempre che esista un luogo) ed alla Sua famiglia la tristezza di chi, come me, ha potuto conoscerlo escusivamente attraverso le Tue parole. Ciao Kat. Buon Primo maggio.
banzai43
Ho potuto parlare con la moglie. Pare che la sua fosse una famiglia molto unita. Purtroppo si tratta di burnout...Non tutti reggono alla competizione continua nel mondo del lavoro e questo è veramente terribile!
EliminaPenso di capire come ti senti, ho conosciuto anche io delle persone che si sono suicidate e la morte di una in particolare mi ha turbato parecchio. No, non sembrano mai infelici e quando se ne vanno resta sempre da chiedersi se si sarebbe potuto fare qualcosa per salvarli. Sono storie tristi, che lasciano sempre tante domande sullo sfondo dell'anima di chi le ha conosciute da vicino.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Hai proprio ragione. Il loro gesto ci colpisce all'improvviso e non facciamo altro che chiederci se avremmo potuto fare qualcosa per impedirlo. Una sensazione che non se ne andrà mai, insieme ad un immenso senso di vuoto.
EliminaMi scrivi in privato? Vorrei capire meglio come possa aiutarti.
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