domenica 4 novembre 2012

Giovani e lavoro




Da quando mio figlio ha iniziato a lavorare ( a tempo determinato e part-time, non illudetevi!), ha capito alcune cose: 

Alle colleghe belle vengono sempre offerte le migliori opportunità: un maggior numero di ore lavorative, migliore posizione, aumento di stipendio, assunzione a  tempo indeterminato.

Per le colleghe brutte la situazione non migliora mai.

Chi a scuola era un rompiscatole, disturbava le lezioni, era spesso sospeso, non studiava e non è nemmeno riuscito a superare un esame all'università, insomma,ha sempre avuto la classica "faccia di bronzo" , nel mondo del lavoro viene subito scelto come "responsabile di reparto" e diventa presto capoufficio, così continuerà a non fare nulla come ha sempre fatto, ma avrà sufficiente polso per comandare gli altri, magari anche laureati.

Per gli altri, che non sono donne belle, non sono persone raccomandate, ma sono persone corrette, laureate e bene educate, resta la "lotta" per mantenere uno straccio di posto perché" le politiche aziendali impongono una selezione e tutti verranno continuamente messi alla prova e confrontati".

Noi mamme insegniamo ai figli il valore dello studio, del sacrificio, dell'impegno, della correttezza morale, e poi ci scontriamo con la realtà, che non riconosce affatto quei valori. Forse abbiamo veramente sbagliato tutto...

26 commenti:

  1. Capitò anche a me, anni addietro...Le cose non sono cambiate...forse è per questo che me ne sono andata in pensione prima. Ho capito che in Italia non esiste la meritocrazia (ahimè). Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Farfalla leggera, benvenuta!
      Sì, in Italia non esistono meritocrazia, ne' giustizia. Che poi, proprio i più somari e maleducati, vengano subito reclutati per posti di comando fa veramente arrabbiare. E chi non è bello che deve fare? Andare a nascondersi? :(

      Elimina
  2. Hai proprio ragione cara Cate. Queste cose adesso sono all'ordine del giorno e sotto gli occhi di tutti. Succedeva anche un tempo, ma forse era meno evidente, anche perchè il lavoro c'era per tutti. Sappi però che non abbiamo sbagliato nel trasmettere ai figli i veri valori perchè, pur con scarso riconoscimento del mondo, saranno sempre insiti in loro e nella loro coscienza sempre a posto.
    Paola

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema è che noi, con l'educazione ricevuta, non saremmo in grado di trasmettere altri tipi di valori, perchè non sono nel nostro dna. Però è un handicap, lo riconosco...

      Elimina
  3. Non ho capito perché hai capito queste cose sulle colleghe donne, che tuo figlio è maschio.

    RispondiElimina
  4. Se hai letto il post, è scritto dalla parte di mio figlio. E' lui che sul posto di lavoro ha notato come le colleghe belle abbiano tutte avuto un riconoscimento, dopo un anno di lavoro, mentre quelle brutte no.Siccome lui le conosce e sa come lavorano, ha capito che il riconoscimento non dipende dalle capacità, ma solo dall'aspetto estetico. Una è stata persino rimproverata perchè si veste con pantaloni troppo larghi, mentre dovrebbero essere più attillati...

    RispondiElimina
  5. No, non voglio crederci che sbagliamo tutto!
    Non voglio crederci quando insegno ai miei ragazzi, men che meno quando educo i miei figli.
    E' vero, siamo una minoranza presa in giro perchè crediamo ancora nel sacrificio e nel lavoro, ma quanlcuno diceva "Noi pochi, noi felici pochi"!!!

    RispondiElimina
  6. Noi, in quanto educatrici e persone cresciute con un certo tipo di valori, non saremmo mai in grado di dare valori diversi ai nostri figli. Però fa rabbia anche a me vedere che un fannullone maleducato, di quelli che non lasciano lavorare gli insegnanti, bocciato, riesca a far carriera molto più velocemente di altri ( secondo me non dovrebbe nemmeno fare carriera...)e venga scelto proprio in base alla sua sfacciataggine. Se è così che funziona, si capisce perchè l'Italia stia andando così male!

    RispondiElimina
  7. Scusate se m'intrometto,
    sto leggendo qua e là aspettando il sonno
    e son capitatao qui.
    Non è sempre così, non sempre chi è sfacciato fa carriera
    può succedere e magari succede più spesso nel pubblico impiego
    ma nel settore privato va avanti solo chi merita,
    una datore di lavoro non può permettersi di mantenere un incapace
    e allora chi ha studiato, chi si impegna, chi vale,
    magari alla lunga ma vien fuori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Speriamo che sia così, Massimo!Però, da sempre, i padroni hanno avuto bisogno di "leccasederi spioni" e qualcuno di essi riesce quindi a fare carriera, anche se è un incapace. Quando hai passato cinque anni di liceo a vedere interrotte le lezioni da un teppista e poi scopri che, nel mondo del lavoro, è diventato un responsabile di reparto, pensi veramente che il mondo stia girando al contrario!

      Elimina
  8. Non è sempre così. Anzi, non è così abbastanza spesso. Io mi occupo, nella mia scuola ( ITCG),ormai da anni, di orientamento in uscita e posso affermare con conoscenza di causa che i migliori dei nostri alunni, belli o brutti che fossero, ma più preparati e più educati di tanti loro compagni, hanno trovato occupazioni ragionevolmente stabili, soddisfacenti e anche ben remunerate, nel giro di qualche mese. Quindi, bisogna insistere con messaggi positivi che non sono consolatori, ma realistici: chi studia, chi si prepara, chi si dà da fare con serietà e rigore viene premiato, indipendentemente da contingenze legate all'aspetto, all'estrazione sociale e alle raccomandazioni. Mandare, e convalidare, messaggi diversi potrebbe significare fornire alibi per ripiegamenti su se stessi e rifugio nella demotivazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo momento, effettivamente, gli istituti tecnici sono quelli che offrono maggiori garanzie per un futuro lavoro. Non servono impiegati o dirigenti, ma operai qualificati.
      Il problema maggiore è dato dal fatto che le industrie sono incentivate ad assumere sempre persone nuove,pertanto, scaduto il termine, preferiscono non prorogare i contratti che dovrebbero trasformarsi in tempo indeterminato. Una volta appreso un lavoro, i giovani devono quindi ricominciare da capo da un'altra parte.
      Quando si capirà che, così facendo, la società è condannata a restare statica, senza possibilità di miglioramento?

      Elimina
    2. Ti garantisco che non è esattamente come dici, ma non voglio insistere: ognuno ha diritto di rappresentare a se stesso la realtà, a seconda delle sue inquietudini e della sua necessità di darsi rassicurazioni
      Ciao :-)

      Elimina
    3. Vuoi dire che dalle tue parti i giovani trovano tutti lavoro a tempo indeterminato? Io ho incontrato una signora dalla pettinatrice, che aveva un lavoro fisso e poi l'azienza ha chiuso. Adesso le fanno contratti persino per due o tre giorni per volta e, ogni volta che comincia a capire un lavoro, deve cambiarlo e ricominciare da capo. I datori di lavoro assumono ragazzi a tempo determinato per tutto il tempo che possono, un anno o due, e poi dicono loro che non rinnoveranno il contratto perchè dovrebbero assumerli a tempo indeterminato e a loro non conviene. Evidentemente ci sono dei posti in cui non è così, per fortuna!( ma non saranno molti...)

      Elimina
    4. Santo Cielo, Fiordistella, tu insegni all'Einaudi di Alba! Io vi ho frequentato un corso di aggiornamento, alcuni anni fa. Il mondo è proprio piccolo!

      Elimina
  9. Demoralizzante e lo vedo anche, qui, nel Pubblico. Funzionari con laurea, specializzazione e anzianità superati da ragazzetti/e appena entrati, raccomandati o procaci. Che nausea...

    Dico a mio figlio che deve lasciare questo paese e studiare per andarsene. Esagero?

    Un abbraccio, cara Kat.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che quella di andare all'estero è un'opportunità da non sottovalutare, anche se, ormai, la crisi sta diventando un problema globale.

      Elimina
  10. eh si... effettivamente non è realistico insegnare ai nostri figli in questa società ad essere corretti, onesti e studiosi.
    Saranno sempre gli altri a fare carriera, i leccaculo e i faccia di bronzo. Forse noi siamo prigionieri di questi modelli e consapevoli di insegnare di essere un domani dei perdenti, si continua per la nostra strada che è l'unica che conosciamo e comunque speriamo che torni prima o poi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, noi non siamo capaci di insegnare altro. Speriamo che, alla lunga, possa comunque funzionare.

      Elimina
  11. Kate,
    è Triste ma forse hai ragione. Non c'è giustizia ed equilibrio in questo mondo.
    Basta guardare i nostri governanti corrotti per vomitare, eppure loro si arricchiscono e chissà mai se espieranno le loro colpe.
    Speriamo che cambi il mondo.
    Dolce serata
    ♥ vany

    RispondiElimina
  12. Vany, speriamo, speriamo veramente che cambi il mondo!

    RispondiElimina
  13. Eppure posso assicurarti che talvolta la bellezza si ritorce contro: mia nipote è bellissima, a livello che quando attraversiamo la strada le macchine si fermano con uno stridio e qualche uomo, matematicamente, si mette a urlare complimenti più o meno intelligenti, solitamente meno, dal suo posto di guida, ti posso dire che la bellezza non l'ha aiutata effettivamente, ma solo apparentemente: se la bella donna è anche una facile da portare a letto, allora la fortuna può magari essere favorevole finché dura, ma se resta fedele al fidanzato o al marito il discorso cambia. Noi non abbiamo sbagliato ad educarli come li abbiamo educati, non saranno perdenti a lungo, troveranno la strada e chi non li ha apprezzati a momento giusto li perderà. I prepotenti disinvolti continueranno a fare i capiufficio, ma gli ignoranti in grammatica e in amore restano sempre quello che sono: ignoranti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh di ignoranti che fanno carriera se ne vedono sempre più spesso, purtroppo!
      Mio figlio ha un lavoro che lo mette a confronto con le persone, e ha notato che, ultimamente, vengono assunte molte più ragazze che maschi e, tra quelle assunte, cominciano ad avere dei miglioramenti economici solo le più belle...questo non può essere un caso!
      Stiamo vivendo nella società dell'apparire: speriamo che, un giorno o l'altro, qualcosa cambi, ma ci vorrà del tempo!

      Elimina
  14. L'apparenza soprattutto femminile ha la sua importanza, appiana le strade iniziali, ma credo che col tempo si devono anche dimostrare le capacità. Il percorso è più lungo per i ragazzi cresciuti con dei valori sani che non usano strategie per mettersi in mostra, ma è certamente più soddisfacente, perchè sudato.
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  15. Sicuramente! Mio figlio è molto orgoglioso di essere riuscito a trovarsi questo lavoretto da solo, senza alcun tipo di raccomandazione. Però, quando ha scoperto che il bullo del suo liceo, il fannullone, maleducato, che impediva a tutti di seguire le lezioni, bocciato alla maturità, è diventato "responsabile di reparto" in una nota fabbrica della zona, diciamo che si è innervosito parecchio!

    RispondiElimina
  16. Secondo me la meritocrazia esiste eccome, e magari anche troppo: e merito è semplicemente produrre risultati, non importa con quale mezzo, né a spese di chi... e i giovani rampanti ci riescono benissimo.
    Salutoni, tuo
    Cosimo

    RispondiElimina