sabato 20 settembre 2014

Il figlio del maresciallo...

Ho raccontato, nel post precedente, dei miei incontri con "Gli amici del giardino della Rocca" e dei loro cagnolini. Ho evidenziato come queste persone siano diverse tra loro per cultura, abitudini, ceto sociale, ma accomunate dall'amore per gli animali e dalla voglia di condividere le proprie esperienze.

In queste ultime settimane, a turno, abbiamo lavorato tutti, chi più, chi meno, per ripulire i canali di scolo e le grate in modo da rendere più asciutto e vivibile il giardino e stasera, in una giornata quasi autunnale e già un po' fredda, siamo rimasti seduti tranquillamente a chiacchierare e a cercare di conoscerci un po' meglio.



Ho scoperto allora di aver insegnato, nei tre anni della scuola media, alle figlie di due signore e, addirittura, al marito di una terza. Il mondo è piccolo! Quando F. ha cominciato a parlare dei suoi parenti e ha nominato il suo cognome, mi è venuto in mente un maresciallo degli alpini che, tanti anni fa, veniva con la sua signora a farsi confezionare le camicie da mia madre. Alla mia richiesta, ho scoperto che F. era proprio il figlio di quella coppia, non più in vita da parecchio tempo.

F. era incredulo.

"Sei la figlia di Angela? Venivo anch'io a casa tua e non ho mai visto, in tutta la mia vita, altre camicie perfette come quelle che cuciva tua madre!  Avevano i colletti e i polsini di ricambio, per poterle indossare a lungo, e non avevano il minimo difetto, come creazioni di alta sartoria! Ricordo ancora quelle che confezionava a me, allora giovanotto molto esigente, aderenti al punto giusto, con stoffe particolari molto difficili da lavorare. L'ultima era così particolare e bella che, quando mi diventò stretta, dopo averla indossata a lungo, riuscii addirittura a rivenderla! Tua madre era veramente una sarta eccezionale!"

F. raccontava agli altri, con voce carica di entusiasmo, i suoi ricordi di ragazzo in merito a mia madre e mi sembrava nuovamente di vederla, china sulla sua macchina per cucire, che lavorava curando i minimi particolari, terminando poi le rifiniture a mano. Le sue asole, rigorosamente manuali, erano perfette e la stiratura non faceva mai una grinza. A volte, quando non era soddisfatta, smontava e rifaceva, anche più volte, perché lei era una perfezionista ed era il giudice più esigente di se stessa. Era anche molto affabile e i clienti si confidavano volentieri con lei, che aveva sempre una parola buona per tutti e un consiglio pieno di buon senso.

Ricordo il maresciallo in modo particolare, perché aveva timore a guidare la macchina, tanto che la moglie, pur non più giovane, si era sentita in dovere di prendere la patente per accompagnarlo nei suoi spostamenti.  Per arrivare a casa nostra c'era un vialetto d'ingresso che doveva essere affrontato in retromarcia al momento dell'uscita e la povera signora si trovava sempre in difficoltà, poiché non riusciva ad andare dritto e finiva regolarmente per piantarsi contro la rete del giardino, una, due, tre volte.  A quel punto uscivamo noi e cominciavamo a darle indicazioni: "Ancora un po' avanti! Alt! Indietro! Basta! Giri il volante!" Dopo varie peripezie riusciva finalmente ad immettersi sulla strada e, agitatissima, con la pressione alle stelle e il marito più spaventato di lei, ripartiva.

Ah! Mi sembra ancora di vederli! E la sera, durante la cena, mamma ed io raccontavamo a papà, tornato dal lavoro, le esilaranti avventure automobilistiche della moglie del maresciallo.  Ricordi di tempi felici, di conversazioni intorno al desco familiare, di vita semplice ma piena di gioia.


Ho avuto l'impressione che F. mi guardasse con occhi diversi stasera, in quanto figlia di una donna che ricorda ancora con tanta ammirazione e ho pensato che nessuno muore mai veramente, finché rimane vivo il suo ricordo nelle persone che ha incontrato e con cui ha incrociato i sottili, ma saldi fili della vita.  

11 commenti:

  1. Quando ci rendiamo conto di avere davanti una persona del nostro passato, sentiamo sempre per questa un trasporto particolare, una dolce condivisione dei ricordi ci scalda il cuore e non è più solo un conoscente di passaggio...
    buon week-end Katherine!

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    1. E' vero, quando si scoprono ricordi in comune, si diventa subito più amici, perchè i ricordi uniscono. Un abbraccio!

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  2. Hai proprio ragione Katherine, trovare qualcuno che condivide i nostri ricordi è come ritrovare un po' di noi stessi e delle persone che abbiamo amato…buona domenica!

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    1. Sì, è stato emozionante ritrovare un frammento del passato di mia madre nelle parole di quell'uomo.
      Buona settimana!

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  3. E' così, nessuno mai muore veramente se rimane nel ricordo, e nelle parole, di chi resta :)
    Non per niente i grandi artisti sono definiti "immortali" :))

    (il tuo è un racconto di momenti che stanno scomparendo pian piano, purtroppo)

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    1. Già,purtroppo le persone che hanno conosciuto mia madre stanno diventanto sempre di meno. A volte,quando vado al cimitero,mi rendo conto che conosco quasi più persone là che tra i vivi. Quanto passato sento intorno a me! Però,certi momenti,continueranno a vivere in me, fino a quando sarà possibile.Un abbraccio!

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  4. Dolcissimo racconto ed è proprio vero quando si dice "il mondo è piccolo"; anche a me è capitato spesso di incrociare persone (anche fuori dalla mia città) che si sono poi rivelate essere state un pezzetto del mio passato. Forse questi casuali incontri servono proprio a rinsaldare la memoria per qualcuno che non c'è più o per qualcosa che era sbiadito nel nostro album dei ricordi.
    Ciao e buona giornata :). Marilena

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    1. Eh il mio album dei ricordi è ancora molto vivo nella mia mente, ma mi fa sempre piacere incontrare persone che mi raccontano i fatti dal loro punto di vista. Soprattutto mi fa piacere vedere quanto mia madre sia stata stimata e considerata dalla gente.
      Buona giornata anche a te!

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  5. Ecco la risposta cara cara amica mia la risposta. Non serve essere 'geni' per essere ricordati. Lo dimostra tua mamma che senza esserci era con voi.
    le nostre azioni saranno le briciole di Pollicino che condurranno a noi.
    Sherabbracci gradisinceri

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  6. ...ogni vita è importante anche se noi, molto spesso, non ce ne rendiamo conto...
    Un saluto.

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    1. Ho sempre saputo che mia madre era molto apprezzata nel suo lavoro, ma sentirla ancora lodare dopo così tanto tempo mi ha emozionata e resa ancora una volta tanto orgogliosa di lei, soprattutto adesso che non c'è più.
      Saluto ricambiato!

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