Nella mia città, nei mesi di maggio e giugno, c’è l’usanza degli “Aperitivi in consolle”. In pratica, il venerdì sera, ogni bar del centro, in un largo quadrilatero di strade, ha la sua consolle musicale con un deejay che propone musica a manetta, e molti tavoli vengono aggiunti nelle vie per ospitare chi voglia fermarsi per gustare buoni cibi, bere bevande, aperitivi ecc..
Di per sé si potrebbe obiettare che la proposta non abbia
nulla di speciale, ma evidentemente c’è qualcosa che mi sfugge perché, di
fatto, anche dalle città vicine arriva una marea di ragazzi che si aggiungono
ai residenti, e l’effetto visivo è quello di un formicaio di persone, di una
totale mancanza di spazi liberi e di una grande sfilata di moda, perlomeno da
parte femminile. Infatti, mentre i maschietti sono abbigliati, in buona parte,
con jeans o pantaloni corti e magliette, le ragazze mettono in mostra tutta l’eleganza,
la provocazione e l’originalità possibili dettate dalla loro giovane età:
scollature vertiginose, spacchi audaci, minigonne mozzafiato, tacchi dodici,
pettinature fresche di parrucchiere, e chi ne ha più ne metta. Tutta questa
bella gioventù è veramente tanta, una marea, ed è impossibile che riesca a
trovare posto ai tavoli, così, la maggior parte, si limita a camminare, per
quanto sia possibile farlo, perché ad ogni passo deve letteralmente sgomitare
per andare avanti di qualche centimetro. Avanti e indietro, magari con una
bottiglietta di birra in mano, fermandosi con gli amici incontrati e urlando
per riuscire ad avere un minimo di dialogo, avanti e indietro per almeno tre o
quattro ore.
Capita anche, come l’ultima
volta, che in qualche piazza si tenga un concerto dal vivo. Noi vi abbiamo
appunto partecipato, ascoltando un coro accompagnato dall’orchestra, e poi
abbiamo tentato di “passare per giovani” intrufolandoci in quella marea di
ragazzi, sgomitando anche noi e fermandoci a salutare certi miei ex alunni che
si sono dimostrati ben felici d’incontrarmi, cosa puntualmente ricambiata. A me
fa sempre piacere rivederli e, soprattutto, scoprire come si siano trasformati negli
anni e raggiunto i loro obiettivi. Per fortuna, mio marito ed io non
soffriamo di panico da folla, perché altrimenti sarebbe tragico, così
schiacciati in cotanta gioventù! Riusciamo a percorrere il quadrilatero, ma impiegando
un tempo lunghissimo! Certo l’effetto è un po’ strano. È come nuotare in un
acquario pieno zeppo di pesciolini giovani, mentre noi siamo gli unici, vecchi,
merluzzi!
Ovviamente, gli abitanti della zona immagino non siano
affatto contenti di tutta questa baraonda sotto le loro finestre e vadano ad
accendere un cero alla Madonna ogni volta in cui gli aperitivi in consolle
finiscono! Ma anche loro si sono ormai rassegnati, dopo tanti anni.
Mi viene spontanea una riflessione. Questi giovani hanno una
grande fortuna: la libertà! Libertà di uscire di casa quando vogliono, di
vestirsi come vogliono, di incontrare chi vogliono, di mangiare e bere cosa
vogliono, di non temere che una bomba cada sulle loro teste, mentre molti loro
coetanei, che vivono nei Paesi in guerra o con dittature, possono solo sognare
di essere liberi e vivono costantemente la paura per la loro stessa vita!
Il pensiero mi stringe il cuore e provo un brivido mentre,
frettolosamente, lasciata la baraonda, ci incamminiamo (a piedi perché in
queste sere non si trova parcheggio) verso casa. La notte è ancora giovane, ma
per noi finisce prima di mezzanotte.
Allego alcune fotografie tratte da Facebook (quindi pubbliche) e scattate dal nostro amico Franco Celano, fotografo ufficiale della manifestazione. Ci siamo anche noi!
Un'usanza diffusa anche per il centro di Roma anche se personalmente la percepisco come una barbarie insensata (stare appiccicati in piedi fuori dei bar col bicchiere o la bottiglia in mano strillando per far capire una parola al vicino), un abitudine figlia dell'esposizione continua, dell'apparire e far vedere che si appartiene alla medesima (sotto)specie.
RispondiEliminaRicordo a Padova questa abitudine pomeridiana di gente che dopo studio o dopolavoro si affollava sotto i portici o per strada e nelle piazze tutta ammassata con lo spritz in mano.. una specie di posturale forzata.. fenomeno che ha preso piede anche nelle grosse metropoli come Roma, intasando il passeggio di quelli normali.. ;)