lunedì 23 gennaio 2012

Niente resta immutato...

“Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati”.
Nelson Mandela


Mi è capitata sotto agli occhi questa frase ma, almeno nel mio caso, succede spesso il contrario, cioè che sia io a sentirmi immutata mentre il mondo intorno a me sta cambiando.
Ieri, tanto per fare un esempio, era una giornata splendida di sole, troppo bella per restare chiusi in casa. Sembrava veramente che fosse già arrivata la primavera. Mio marito ed io non potevamo però uscire insieme perché mio figlio lavorava e uno di noi doveva, per  forza di cose, restare con mia madre a controllarla. Si è offerto di rimanere lui, con la prospettiva comunque di poter stare in giardino a svolgere piccoli lavoretti alla luce del sole; io non avevo nessuna voglia di prendere la macchina ed andare in città, perciò ho scelto una bella passeggiata a piedi.

Partendo da casa mia e svoltando a sinistra ci si può dirigere verso la città, cosa che si fa nella maggior parte dei casi mentre, girando a destra, ci si incammina verso la campagna e la nuova tangenziale che attraversa i campi ( quella delle foto sottostanti di mio figlio, per intenderci).

Era tanto che non camminavo a piedi in quella direzione ed ho scoperto un sacco di cambiamenti. Tanto per cominciare, la maggior parte delle case è stata ristrutturata e colorata, diventando molto più gradevole. Quelle che frequentavo da ragazzina ed in cui vivevano le mie amiche ora hanno cambiato proprietario ed alcune non ci sono nemmeno più, sostituite da eleganti condomìni, altre sono state completamente trasformate e quasi irriconoscibili. Persino i campi, che prima costeggiavano normalmente la strada, ora si intravedono dietro un recinto di ferro zincato, la carreggiata è stata ampliata e porta le indicazioni di una pista ciclabile ed una zona pedonale. I marciapiedi, che prima nemmeno esistevano, (addirittura la strada era sterrata) ora sono persino  dipinti di rosso e sembrano un elegante tappeto. Quand’ero ragazza c’erano poche case e tantissimi campi, ora invece sono spuntati capannoni ovunque, come funghi. Ho scoperto persino una struttura per un’associazione ONLUS ed un’altra per arbitri di calcio.  Non l’avevo mai saputo!


C’è ancora il naviglio però, il canale d’acqua dove mio padre bambino ed i suoi amici facevano il bagno. ( a quei tempi l’acqua era limpida ovunque e non inquinata…) L’abbiamo sempre chiamato al femminile “La bialera” ma non ho mai saputo da cosa derivasse il nome. Ora, con Internet, ne scopro l’origine: “La derivazione del termine, registrato nei dizionari piemontesi ottocenteschi dello Zalli e del Sant'Albino, da beale o bedale 'rivo', rinvia alla base gallica BEDO- fossa, canale”.

Nel praticello che costeggia il naviglio c’è una novità: un pilone votivo che non è ancora stato terminato del tutto, infatti solo una delle quattro nicchie è stata dipinta. Chissà chi è il pittore!


Cammina, cammina, seguendo il nuovo marciapiede rosso, sono finita in mezzo ad una serie di capannoni, fabbrichette, centri di assistenza per auto e camion…La strada non era più quel rettilineo che ricordavo…Dov’ero finita? Non mi raccapezzavo più. Possibile che mi fossi persa in un luogo da sempre conosciuto? Ma non era più quello! 

Finalmente sono riuscita ad orientarmi ed a capire dov’ero finita, un luogo dietro la strada principale che una volta era aperta campagna. Cammina, cammina sono arrivata al “tiro a segno”, un luogo del demanio in cui, tanto tempo fa, i militari andavano ad esercitarsi a sparare, mentre ora lo fanno i privati.


Quel luogo ha sempre esercitato un fascino particolare su di me, perché è quello in cui sono nata. Mia madre, le sue sorelle, i miei cugini, tutti siamo nati lì, perché i miei nonni ne erano i custodi. Ah! Per noi nipoti quello era un posto magico, con le trincee, i campi, le feste domenicali…Mia madre mi diceva sempre che non ero come gli altri bambini che nascono sotto ai cavoli, io ero nata sotto gli ippocastani ed in compagnia degli alpini ed era vero, perché anche accanto alla casa c’era un enorme ippocastano, oltre a tutti quelli del viale d’ingresso, e gli alpini lì erano sempre numerosi. In effetti, anche se molte cose sono cambiate, rinnovate, ammodernate, il lungo viale alberato c’è ancora ed il tiro a segno mi attira sempre come una calamita.

Pian piano sono tornata a casa, camminando con lo sguardo verso il Monviso che diventava sempre più rosa e rosso, mentre il sole calava lentamente dietro le cime.
Erano le 17, 30 e c’erano ancora 14 gradi. Tutto sommato, anche se sarebbe stata più bella in compagnia, è stata comunque una passeggiata bellissima.
Niente come tornare in un luogo completamente mutato ci fa scoprire quanto sia venuto il momento di cambiare.”
Katherine

13 commenti:

  1. bel post.
    tanta serenità e luce.
    da me fa ancora freddissimo,
    un abbraccio

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    1. Qui per ora fa abbastanza caldo, ma pare che il tempo debba cambiare portando tutto il freddo che non abbiamo ancora sentito. Gli appassionati di sci aspettano anche la neve, perchè pure in montagna fa caldo e non ce n'è. A me piace la neve, ma l'idea di doverne spalare un bel po' dal cortile non mi rallegra affatto! Ricambio l'abbraccio e spero che ora tu sia più serena.

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  2. E' una riflessione molto profonda quella che fai alla fine del post, forse appena un po' amara...
    Bella anche la descrizione della tua terra che muta, dei colori, dei corsi d'acqua, degli edifici, dei ricordi che affiorano.
    Un abbraccio. :)

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  3. Anche se i cambiamenti migliorano il paesaggio, confesso che dispiace un po' non ritrovare ciò che è fissato nei ricordi della mente. E' un rendersi conto del tempo che passa portandosi via immagini e momenti che non torneranno mai più, ma bisogna imparare a cambiare e ad adattarsi alla vita che va avanti. Niente è per sempre.

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  4. "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma." Mi hai fatto tornare in mente questo aforisma. Piacevole come sempre il tuo raccontarti. Anche a me sta succedendo di ripercorrere, dopo tanto tempo, le stradine intorno alla casa di mia madre, insieme al cane e di fare scoperte simili alle tue. Il movimento è sintomo di vita... Un caro saluto

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    1. In effetti i cambiamenti portano miglioramenti e tutto diventa molto più bello di prima, ma fa effetto non riconoscere più i luoghi che ci sono sempre stati familiari.
      Un saluto anche a te!

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  5. Anche a me capita spesso la tua stessa impressione: che tutto sia cambiato intorno a me tranne io stessa. È un'impressione strana, che mi disorienta un po'. Mah, com'era bella, talora, la vecchia vita in bianco e nero, col pane nel forno a legna e la grande casa antica dove fummo così felici, adesso di tutti coloro siamo rimaste io e mia sorella. E riempivamo un tavolo stretti.

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    1. Chissà...è il tempo che passa lasciando indietro volti e luoghi cari...è difficile abituarsi, ma così è la vita. Se avremo il destino di invecchiare, purtroppo dovremo dire addio ancora a tante persone e tanti luoghi e sarà sempre più doloroso, però conosceremo volti nuovi e vedremo crescere figli e nipoti...gira la ruota della vita, gira, gira...

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  6. Le cose cambiano, come cambiano le persone,le amicizie, i modi di pensare e noi non vogliamo rendercene conto.
    A volte la notte mi sveglio e penso con timore al futuro ...che sarà di noi,le notizie che ci vengono date dalle tv e dai giornali ci fanno capire che le persone sono diverse da un tempo.
    Buonananna cara Kate.
    1 bacione ♥ vany

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    1. Vany...sei la stessa romantica Vany che conosco?
      Non credo che le persone siano tanto diverse da un tempo, ma le situazioni della vita le hanno costrette ad adattarsi e trasformarsi. Una volta si dava meno importanza a ciò che era materiale,mentre contavano di più i sentimenti e ci si aiutava a vicenda, ora conta più l'apparire che l'essere e si vive sempre di corsa, tra stress e competizione.
      Buona nanna anche a te, carissima1

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  7. Questo viaggio tra i piccoli luoghi dell'esistenza sembra quasi una metafora della vita. Anche se eri sola in fondo non lo eri, perché i pensieri li hai condivisi con altre persone lontane, e chi ti è caro era accanto nel cuore.

    (devo dire che l'ingresso del tiro a segno mi ha ricordato l'ingresso del cimitero)

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  8. Riccardo, benvenuto!
    Gli alberi spogli, con i loro rami nudi rivolti al cielo, fanno sempre pensare ad immagini di morte, ma con la primavera ed il fogliame si trasformano. I viali dei cimiteri sono ornati da cipressi, quello del tiro a segno da ippocastani, e l'effetto è diverso. Poi ci sono i campi, le vecchie trincee dalle quali gli uomini una volta innalzavano i bersagli per chi sparava,( le carrucole ci sono ancora, anche se arrugginite...) le collinette "paraproiettili" ricoperte di arbusti, erba e fiori...Insomma, un mondo magico e da scoprire per gli occhi di un bimbo.

    Per il resto hai ragione: non ero propriamente sola, perchè i miei pensieri erano affollati da persone, qualcuna scomparsa, altre lontane.

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    1. Ciao, il cimitero del mio paese non ha cipressi, ma come quello del circondario ha ippocastani o altri simili. In particolare l'ingresso, cancello, viale, piante, mi faceva pensare al cimitero: un cammino. In parte mi può ricordare anche un quadro che aveva dipinto mio papà (ma con i cipressi come fiamme verso il cielo).

      Perché non ci metti qualche musica suonata da te?
      Buona domenica

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